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BREXIT: SFORZA FOGLIANI (ASSOPOPOLARI): "NEL SETTORE BANCARIO, APRE IL CUORE ALLA SPERANZA”

Il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“La Brexit, nel nostro settore, apre il cuore alla speranza. L’Europa ci ha imposto regole assurde (e costose). Ci ha imposto regole (come il bail in) per problemi futuribili, in cambio di danni immediati, di un danno di immagine – loro che ci insegnano a prevenire il rischio reputazionale – che il sistema bancario ci metterà 30 anni a cancellarlo (se ci riuscirà). L’Europa dei burocrati – ridotta a un tavolo di confronto, dove prevalgono i più forti, e non siamo noi – non potrà non tener conto di questa sonora lezione e considerare, ad esempio, se sia davvero il caso di rivoluzionare ancora le nostre banche per varare entro l’anno prossimo un nuovo sistema di privacy, cioè per cambiare ancora la cosa più futile che si possa immaginare per impegnare i conti economici. Lasciamo stare il pensiero unico. La Brexit è una botta per il bonapartismo economico, per chi vuole eliminare le banche territoriali e ridurre anche l’Italia ad un comodo oligopolio bancario”.

 

Ora le banche possono cominciare a sperare (e a respirare…)

Lasciamo stare la Borsa (in mano all’alta finanza o – da noi – a 10 famiglie…). Lasciamo stare le previsioni macroeconomiche dei macroeconomisti (che le aggiustano per far andare la nave dove vogliono loro). Lasciamo stare il pensiero unico internazionale ed anche quello italiano (dei giornaloni allineati e coperti, e sovvenzionati). Il referendum inglese (come i poveracci che votano per Trump al posto dei “democratici” milionari) ci ha dimostrato che, là come da noi, gli elettori sono divisi in due categorie, solo in due categorie: i tutelati e i non tutelati, quelli che vivono nel pubblico e col pubblico, e gli altri. Il pensiero unico che si batte per il mantenimento di qualsiasi struttura e, meglio ancora, di qualsiasi sovrastruttura, è figlio – anche da noi – della prevalenza dei primi, del condizionamento, diretto o indiretto, che i primi esercitano sui secondi, per effetto dell’invasività dello stato (con la esse minuscola, come lo scriveva Einaudi, e non solo per scelta ideologica), per effetto quindi della conseguente dilatazione del numero dei primi.

L’uscita degli inglesi dall’Ue ci riapre il cuore alla speranza, Bruxelles ne dovrà tenere conto. Boris Johnson (e anche lui si è visto contro la sua Rai, la BBC; è stato uno dei principali artefici della Brexit) l’ha spiegato bene, l’ha detto chiaro: “Non siamo noi a essere cambiati. E’ l’Unione europea”. Io, l’ho scritto in un libro (“Il diritto, la proprietà, la Banca”) 10 anni fa: quella di adesso non è l’Europa di Adenauer, Sforza, Schuman; è l’Europa dei burocrati, che hanno nel moltiplicare leggi e leggine la ragione della propria sopravvivenza. Per le Banche, è l’Europa del bonapartismo economico: il fenomeno indotto dall’alta finanza, che trova nelle banche di territorio la maggior minaccia alla sua espansione, le banche locali tutelano – infatti – la concorrenza, rispetto ad una prospettiva di oligopolio bancario. E soddisfa anche i regolatori, la lotta alle banche piccole: più controlli, più impegno. Il sostegno all’economia, alle medie e piccole aziende che costituiscono il tessuto essenziale dell’Italia, non li interessa. E’ l’Europa che ci ha imposto regole assurde (moltiplicando i costi), che ci ha imposto – anche – soluzioni che hanno dato un danno al sistema bancario, e alla sua immagine, che ci vorranno 30 anni a farlo dimenticare (se ci si riuscirà). Tutto – come il bail in - per inseguire problemi futuribili in cambio di danni immediati: una strada che nessuno minimamente avveduto seguirebbe, ma che noi siamo stati obbligati a subire (e poi, questo è il lato comico, ci insegnano a prevenire i danni reputazionali). E teniamo presente il fatto più importante: l’Europa che abbiamo costruito, passo dopo passo, burocrate dopo burocrate, s’è ridotta ad un tavolo contrattuale e basta; e noi – per una serie di motivi, ed anche per colpa nostra – a quel tavolo siamo i più deboli. Le normative – nel settore bancario s’è visto con chiarezza – tutelano un Paese, ne distruggono un altro (meglio se concorrente).

E allora, apriamo il cuore alla speranza, dopo il referendum. E teniamoci la nostra vigilanza domestica, che sappiamo da che parte tira.

Corrado Sforza Fogliani

presidente Assopopolari

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