Autunno culturale della Banca di Piacenza
FU IL PIACENTINO PIETRO GIORDANI AD ACCORGERSI
DELLA GRANDEZZA DI GIACOMO LEOPARDI
A Palazzo Galli Linfinito del poeta di Recanati sotto la lente dei docenti della Cattolica
Frare e Diodato, con Salvato Dattilo fine dicitore. Linvito ai piacentini di mandare alla Banca, entro il 30 di novembre, il testo della poesia (che compie 200 anni) in dialetto. Premio alla migliore
Cè un po di Piacenza nella scoperta di uno dei più grandi personaggi della letteratura italiana. Lo ha ricordato a Palazzo Galli il prof. Pierantonio Frare (docente della Cattolica e critico letterario) che con il collega Roberto Diodato (filosofo teologico e docente allUniversità di San Lazzaro) e Salvatore Dattilo, hanno tenuto una conferenza sul tema Gli Infiniti di Leopardi a 200 anni dalla creazione de Linfinito. Un appuntamento del ricco programma dellautunno culturale della Banca di Piacenza.
Il primo a rendersi conto della grandezza di Leopardi fu, infatti, il nostro letterato Pietro Giordani. E lui che gli tiene su il morale nei frequenti momenti di sconforto del giovane (cè uno scambio epistolare molto bello fra i due), che lo sprona a scrivere perché ne intuisce il talento.
Lincontro in Sala Panini - dopo il saluto ai presenti a nome dellAmministrazione della Banca portato da Emanuele Galba - si è aperto con lingresso dellavv. Dattilo, il quale ha recitato - con lo stile che lo contraddistingue - Linfinito, poi finito sotto la lente dei professori Frare e Diodato, ma solo dopo un altro momento di lettura di tre passi dello Zibaldone (1820-1821) che si ricollegano alla poesia di cui si celebra lanniversario della sua composizione, avvenuta tra la primavera e lautunno del 1819. Con questo idillio - ha spiegato il prof Frare - Leopardi mette a tema il desiderio di infinito, che in quanto tale trascende la capacità di comprensione ma si può arrivare ad attingerlo attraverso la magia della poesia, che permette a Leopardi di sperimentare la felicità, con linfinito che diventa avventura dellimmaginazione, con la perdita della coscienza di se stessi come annullamento.
E attraverso limmaginazione e il linguaggio - ha argomentato il prof. Diodato - Leopardi esprime la profondità delluomo in modo mirabile e lo fa meglio di un filosofo, arrivando alla conclusione che linfinito e il nulla sono la stessa cosa: «Il nostro destino è il nulla, è questa la partita che si gioca».
La conferenza si è conclusa con lavv. Dattilo che ha di nuovo recitato Linfinito e lidillio gemello Alla luna.
Per celebrare i 200 anni de Linfinito, la Banca di Piacenza ha pensato anche ad unaltra iniziativa. Negli ultimi mesi, la poesia diventata simbolo della letteratura italiana è stata tradotta in diversi dialetti. Chi volesse cimentarsi in questo esercizio, può inviare alla Banca il testo de Linfinito in dialetto piacentino (relaz.esterne@bancadipiacenza.it) entro il 30 novembre. La traduzione scelta da unapposita Commissione sarà pubblicata su Bancaflash, oltre che premiata con un riconoscimento particolare.