INTERVISTA AL PRESIDENTE SFORZA FOGLIANI DA PARTE DEL GIORNALE ONLINE IL PIACENZA
LA GIUNTA BARBIERI PUÒ FARE MEGLIO
Agire da protagonisti, non da comprimari
- Presidente, cè la grana Carige: unaltra banca in difficoltà. Come sta, invece, Banca di Piacenza?
Il bilancio 2018 della Banca ormai è definito: aumenteremo lutile e il dividendo ai soci. La Banca non ha mai mancato, in 82 anni di vita, di distribuire anche un solo anno un dividendo. Alcune delle maggiori banche non possono dirlo. Ci distingue questo, a parte la nostra solidità perché siamo una delle prime banche per patrimonio, comprese le grandi (che hanno tutte una patrimonializzazione che è nella gran parte dei casi meno della metà della nostra). Le spese che ci vengono imposte sono tante: spendiamo un milione e 200mila allanno per verificare il rispetto delle norme di legge, delle direttive e normative europee. Si pensi che nel 2016 la normativa europea per le banche è cambiata, di media, due volte al giorno.
Abbiamo dipendenti che si occupano esclusivamente di rispondere a tutte le richieste di organismi di controllo, magistratura e Guardia di Finanza.
- Spesso sottolinea quanto distribuisce la Banca sul territorio
Sono oltre 60 milioni di euro allanno: 8 milioni di dividendi, 38 di stipendi, 15 ai fornitori. Siamo la prima azienda piacentina privata per numero di dipendenti. Poi ci sono tutti i finanziamenti concessi.
- Come mai sottolinea in ogni occasione che gli eventi culturali nati su Suo impulso non godono di contributi pubblici?
Tutti sono capaci di fare cultura coi soldi di tutti. Ritengo che la cultura abbia la possibilità di finanziarsi in proprio, se ben fatta. Quando si parla di fondi della comunità, deve essere la comunità a decidere, e non enti autoreferenziali. Comunque il Festival della cultura della libertà aveva chiesto un contributo alla Fondazione, ma non è arrivato, perché per loro è uniniziativa politica. Non lo neghiamo, in senso aristotelico, ma non ha finalità partitiche. Noto comunque, e lascio i piacentini giudicare, che la Fondazione dava al Festival del diritto di Rodotà dieci volte tanto quanto i Liberali chiedevano ed è stato loro negato. In ogni caso, il Festival della libertà si farà grazie ai volontari, impegnati in modo massiccio.
- I suoi rapporti con la Giunta Barbieri si stanno raffreddando?
Credo possa fare meglio. Non vedo iniziative che contraddistinguano questa Giunta rispetto a quelle precedenti, di differente colore politico. Non vedo differenze, non mi pare di aver visto nulla di diverso. Cè una forte delusione, perché gli ideali esistono eccome in politica e non si è vista discontinuità con le Giunte di centrosinistra. Faccio un esempio: la Fondazione Teatri non ha ragion dessere. Costa al Comune contributi e mezzi, viene da qualcuno elogiata, ma i piacentini non vanno a teatro, gli spettatori vengono da fuori. È esagerato avere un ente predisposto solo a gestire il Municipale, i Teatini e il teatro dei Filodrammatici. È una scatola fintamente privata, creata dalla nomenklatura comunista, per esonerare gli amministratori da adempimenti che toccano agli enti pubblici per affidare incarichi e lavori in piena trasparenza.
- Come giudica il rimpasto di Giunta dellottobre scorso?
Questo rimpasto può essere condivisibile o meno, ma non ha risolto il vero problema dellAmministrazione. Che deve avere dei dirigenti di propria fiducia, o prenderne altri, secondo i casi previsti dalla legge. Questa Amministrazione non ha dirigenti di fiducia e quindi ha capacità decisionali limitate, se non dimezzate. Roberto Reggi, da sindaco, appena arrivato, ha fatto girare tutti i vertici del Comune.
- Però è innegabile limpegno per la manutenzione di strade e vie di città e frazioni
Hanno fatto qualcosa ultimamente. Però è unattività ordinaria sulla quale non si può caratterizzare unAmministrazione, né su cui possiamo giudicarla.
- Secondo una parte dellopposizione, dietro a tante scelte della Giunta, ci sarebbe Lei.
È uno dei tanti abbagli che le opposizioni prendono. Non sottolineano i reali problemi, non si concentrano a dire che la Fondazione Teatri illude o che il Cda dei musei civici non esiste da tre anni. Dovrebbero guardare alle incapacità del passato, non ancora superate da questa Amministrazione, e offrire spunti. Ad esempio è contro lo spirito liberale il fatto che autorizzazioni o permessi di costruzione debbano per forza passare in Consiglio comunale. Non è necessario un giudizio di merito in Consiglio dopo il parere di legittimità di uffici e tecnici e dopo il vaglio dei progetti alla luce delle previsioni degli strumenti urbanistici. Anche la procedura delle manifestazioni di interesse ha scopi ambigui, che una Giunta con intenti liberali dovrebbe rifiutarsi di applicare, anche se prevista dalla Regione.
- Secondo molti la città è però in preda alla cementificazione. Centri commerciali, supermercati, logistica
Non mi pare che sia attualmente in corso un soffocamento della città. La cementificazione forse cè stata in passato, ora no. Se esisteva un problema, questo lha risolto il mercato, perché ledilizia è in fase di stallo da tempo. Io nutro più perplessità sugli interventi urbanistici che richiamano risorse pubbliche. Come lex Chiesa del Carmine: tre milioni e mezzo di euro dalla Regione per realizzare uno spazio polivalente: quando non si sa cosa fare di un immobile, si usa questa espressione. Al posto del sindaco Barbieri avrei restituito i soldi alla Regione. Inutile ricevere risorse di quellimporto se poi negli asili i bambini devono portarsi la carta igienica da casa. Altrettanto non ha senso farsi danno solo per il fatto che qualcuno ci dia dei soldi per farlo. Il bando periferie è un esempio: anche qui, per prendere soldi come per il Carmine, creeremo fonti di spesa perenne per il Comune e per i cittadini, con forte impatto sul bilancio e creandosi quindi da sé soli limpossibilità di diminuire le imposte, che dovrebbe essere il primo obiettivo di una Giunta aperta alliniziativa privata e di stampo liberale.
- Sul nuovo ospedale ha da suggerire unarea dove costruirlo?
Devo ancora approfondire il tema nel dettaglio. Sono comunque daccordo con la scelta del Comune di escludere lipotesi della Pertite. Avremmo ripetuto lerrore grave fatto dal Pci in passato, quando ha bloccato la realizzazione dellattuale ospedale vicino alla Besurica, per posizionarlo in centro storico. Quella scelta è stata un disastro che ha causato tanti problemi.
- È nel Cda della Galleria Ricci Oddi. Sta veramente cadendo a pezzi?
Sì. Per 4 anni il Comune ha trattato con la Fondazione per mettere a disposizione palazzo ex Enel nei pressi della Ricci Oddi e ospitare lì una buona parte del patrimonio artistico della galleria. Ci sono 2mila quadri che non si riesce ad esporre per problemi di spazi, e la metà hanno un valore culturale allaltezza di quelli già esposti. La precedente gestione della Fondazione era daccordo: si poteva fare della Ricci Oddi la quarta galleria darte moderna in Italia. Questa possibilità è svanita per colpa dellattuale Cda guidato dal presidente Massimo Toscani, che vuole destinare la struttura ad altri scopi, che si potevano fare in altre sedi. Mentre lallargamento della Ricci Oddi si può fare solo lì. E colpa anche dellAmministrazione attuale che non ha denunciato allopinione pubblica questa possibilità. Purtroppo Piacenza non ha una classe dirigente allaltezza dei suoi compiti. Non riconoscono i meriti a chi ce li ha perché sono troppo impegnati a litigare sulla distribuzione dei 4 milioni e mezzo di euro annui che eroga la Fondazione. Stanno tutti lì con il piattino dellelemosina a chiedere, e quindi nessuno pone riflessioni e obiezioni, o chiede obiettivi concreti
- Bersaglio di tanti suoi tweet al vetriolo è proprio la Fondazione. Perché?
La Fondazione fa iniziative culturali anche utili, servendosi di soldi della comunità amministrati in modo autoreferenziale, ma non entra nel merito delle problematiche degli imprenditori piccoli e grandi, come molte altre, che sono anche nei Confidi. Non si pensa a una Fondazione che aiuti leconomia: dicono che non è previsto dallo Statuto però gli statuti non sono delle tavole di Mosè. Forse dipende dal fatto che, se non sbaglio, le associazioni di rappresentanza delle categorie sono in gran parte ad affollare il Consorzio di bonifica ma non sono presenti nella Fondazione. Anche questo, un discorso da approfondire. E che verrebbe approfondito se Piacenza fosse una comunità che discutesse e si confrontasse e, forse anche, se avesse una classe dirigente nel vero senso della parola. Che non collabori quindi alla distruzione della nostra realtà, che non si accontenti ad esempio di una vicepresidenza in cambio del trasferimento a Parma della sede della Camera di commercio. Quanto alla cultura non dico che per essa gli enti pubblici o parapubblici non debbano spendere. Dico che debbono spendere nel fare una cultura specifica. Cultura pubblica non è Annibale ma è dar vita ad iniziative per far crescere il confronto delle idee, non è leffimero di Nicolini è aprire gli occhi ai giovani a riguardo del pensiero unico. Per questo tipo di cultura possono essere spesi i soldi pubblici o, comunque, della comunità. La Fondazione fa il contrario e il Comune ha fatto niente almeno sino ad ora.
- Quello che successe qualche anno fa alla Fondazione rimane una grande vergogna locale?
È stata distrutta una fetta importante del patrimonio, ma «non è successo niente». Se avessi io fatto altrettanto in Banca, mi avrebbero inseguito, i Soci, con i forconi in mano. In quel caso sarebbero dovuti essere gli enti locali ad imbracciare i forconi, ma non è stato fatto. E chi poteva pubblicare, non ha pubblicato. La ragione è sempre la stessa: chi sta con il piattello in mano a chiedere lelemosina non può poi muovere critiche. La cosa si ripete per Iren ed ogni volta che Piacenza è comprimaria (al più) e non protagonista (mai). Come per le università o fino ad arrivare ad accettare, applaudendo, che uno di Parma ci venga a dire che Verdi è anche piacentino. Cose da pazzi, subite per servitù volontaria o perché è più comodo subire che far polemiche.
- Cè una crisi della classe dirigente piacentina?
Cè una cultura particolare a livello locale che nuoce. Ci si comporta da provinciali paradossalmente per non apparire provinciali nel rivendicare la propria cultura e le proprie originalità, come fa Verdi. Qui preferiamo darci dei premi (472 allanno) e ballare autoraccontandocela. Guardi, invece, ai tempi della congiura ai danni di Pier Luigi Farnese. I congiurati difendevano le autonomie locali e non accettavano di stare ai suoi ordini, visto che era un feudatario anche lui nominato e oltretutto dal Papa (al quale pagava infatti 9000 scudi allanno) invece che in collegamento con limperatore. Quindi si dimostrarono uniti nei confronti dei nemici esterni, ma rissosi al loro interno. Rapportato ad oggi, si può dire che in città dei nostri problemi non si discute mai. Nel dopoguerra si discuteva cosa fare in interminabili riunioni, cerano dibattiti su dove posizionare unopera pubblica o come farla. Adesso dove si discute? Qualche lettera al quotidiano locale dei soliti noti, e basta. Perciò rimprovero al sindaco di non fare una volta al mese un incontro - con tutti gli assessori e i cittadini, perlomeno quelli che sanno leggere e scrivere in SantIlario, in cui ci si metta a disposizione dei cittadini e si risponda. Anche per spiegare che alcune scelte fatte non erano sue, ma della precedente Giunta. Ma molti politici non se la sentono perché non sanno cosa dire e cosa, soprattutto, prospettare di nuovo ai cittadini.