Presentato ad autorità e studiosi alla Veggioletta
Il Novissimo Dizionario Biografico Piacentino libro strenna 2018
della Banca di Piacenza: «Opera legata, come noi, al territorio»
Una meritata vetrina per i personaggi che hanno fatto qualcosa di importante per Piacenza. Così si potrebbe definire il Novissimo Dizionario Biografico Piacentino, libro strenna 2018 della Banca di Piacenza (composizione e stampa a cura della TEP) presentato ad autorità e studiosi in unaffollata Sala convegni alla Veggioletta. «Unopera molto importante - ha sottolineato il presidente del Consiglio di amministrazione dellIstituto di credito di via Mazzini Giuseppe Nenna - legata alla tradizione e al territorio. Tradizione che è una solida base per un futuro altrettanto solido, perché il successo si fonda sulle radici della gente. Un volume che conferma la vicinanza della nostra Banca al territorio e, appunto, alle sue componenti, ai suoi valori». Quella presentata è la terza edizione del Dizionario Biografico (le precedenti sono state pubblicate nel 1987 e nel 2000) che conta ben 1678 schede di piacentini illustri morti fra il 1° gennaio 1860 e il 31 dicembre 2000 (386 le biografie aggiunte in questultima edizione che ha preso in esame il periodo 1981-2000). Il presidente Nenna ha ringraziato tutti quelli che hanno lavorato al Dizionario: il Comitato coordinatore (composto dalla compianta Carmen Artocchini e da Carlo Emanuele Manfredi, Graziella Riccardi Bandera, Corrado Sforza Fogliani), la redazione (Emanuele Galba e Robert Gionelli), i direttori di sezione e i collaboratori.
Ivo Musajo Somma - dopo aver spiegato in generale il significato dei dizionari biografici («lo strumento ideale per gli storici») citando il Dizionario biografico degli italiani Treccani arrivato a 91 volumi (il primo è del 1960) - ha sottolineato limportanza dellopera della Banca di Piacenza, «preziosa per ricostruire la realtà locale, la sua storia, il modo di vivere dei suoi abitanti e di aiuto per non dimenticare chi si ama». Quindi non solo strumento a disposizione degli storici, ma anche «di tutti quelli che apprezzano cultura, identità, tradizioni». Trattando della parte nuova del Dizionario Biografico, Musajo Somma ha evidenziato laspetto del passato recente di Piacenza, che viene alla mente scorrendo le biografie di personaggi quali mons. Guido Tammi, Giulio Cattivelli, Emilietto Rossi, il cardinale Agostino Casaroli, il cardinale Antonio Samorè, lavvocato Francesco Battaglia (già presidente della Banca di Piacenza, alla cui memoria il Dizionario è dedicato), Alberto Cavallari, Ernesto Prati, solo per citarne alcuni.
Robert Gionelli ha quindi illustrato al folto uditorio tutto il lavoro che sta dietro a questa terza edizione di uniniziativa editoriale messa in campo «per non dimenticare gli illustri concittadini che hanno fatto onore a Piacenza» e ha voluto citare e ringraziare i direttori di sezione che hanno svolto un ruolo fondamentale: Carmen Artocchini (Esploratori), Francesco Bussi (Musicisti), Paola Castellazzi (Benefattori), Franco Fernandi (Cantanti), Emanuele Galba (Giornalisti), Carlo Giarelli (Scienziati e Medici), Robert Gionelli (Sportivi), Carlo Emanuele Manfredi (Uomini di cultura, Letterati, Insegnanti), Marilena Massarini (Militari e Decorati), Daniela Morsia (Industriali e Artigiani), Giuseppe Mischi (Magistrati e Avvocati), Luigi Paraboschi (Poeti dialettali e Filologi), Domenico Ponzini (Ecclesiastici), Laura Riccò Soprani (Artisti), Cesare Zilocchi (Uomini politici, Amministratori.
«Siamo un riferimento culturale in sede nazionale - ha sottolineato il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani -: nessunaltra città può, infatti, vantare un Dizionario dialetto-italiano, un Dizionario italiano-dialetto e un Dizionario Biografico a livello di 3 edizioni come quello che qui presentiamo». Il presidente Sforza Fogliani ha mostrato la prima edizione del Dizionario, per evidenziare la differenza di spessore rispetto alledizione 2018. «Unopera cresciuta molto - ha osservato - non solo per le schede aggiunte, ma anche per larricchimento con nuovi elementi e nuove annotazioni di quelle già pubblicate. Lesempio che abbiamo seguito, oltre che quello del Dizionario Treccani, è stato del Dizionario biografico del Mensi, risalente a fine 800 e ripubblicato dalla Banca nel 1987-88».
«Sul nostro sito - ha annunciato Sforza - pubblicheremo tutte le persone presenti nel Dizionario, integrandole con quelle citate dal Mensi e dagli indici onomastici di Bancaflash e dalle annotazioni ai Bilanci dellIstituto, così da creare un Dizionario virtuale».
Carmen Artocchini e Luigi Paraboschi, preziosissimi collaboratori del Dizionario Biografico Piacentino nel frattempo mancati, sono stati ricordati con sentite parole e con spontanei applausi.
Il libro strenna della Banca di Piacenza
Il Novissimo Dizionario Biografico Piacentino
accende emozioni e ricordi nei parenti dei piacentini citati
«Dieci giorni prima di morire, ricevette la proposta del rettore dellUniversità di Urbino per la cattedra in Storia del giornalismo. Ricordo che, sorpreso ed emozionato, mi chiese se doveva accettare. Certo che devi accettare, gli risposi convincendolo. Purtroppo non fece in tempo ad aggiungere alla sua carriera un altro incarico di prestigio». Incontriamo Roberto Laurenzano, fratello di Sabino, per tanti anni capocronista della redazione sportiva di Libertà, morto improvvisamente nel 1981 a soli 51 anni, alla presentazione - che si è svolta alla Sala convegni della Veggioletta - del Novissimo Dizionario Biografico Piacentino, libro strenna 2018 della Banca di Piacenza.
Roberto Laurenzano non sapeva che tra le 386 nuove schede aggiunte per la terza edizione della monumentale opera cera anche quella del fratello: «E stata una sorpresa che mi ha commosso», dice aprendo il libro dei ricordi. «Al di là dellaspetto affettivo, mi piace sottolineare laspetto professionale: ero più giovane di 13 anni e lo seguivo tantissimo nella sua professione, che svolgeva con serietà e dinamismo. Era uscito con il massimo dei voti dellUniversità di Urbino, la prima vera scuola di giornalismo in Italia. Da caposervizio, aveva creato quella collegialità di notizie che oggi vediamo nelle pagine sportive. Ma non ebbe solo un ruolo locale. Fu consigliere e tesoriere dellOrdine dei giornalisti di Emilia Romagna e Marche, presidente nazionale del Collegio probiviri di Federstampa, corrispondente di Gazzetta dello Sport e Resto del Carlino. Seguì da inviato le Olimpiadi di Roma, nel 1960, e quelle drammatiche di Berlino nel 1972». Nel pieno della carriera, un infarto mentre tornava da Bologna gli fu fatale. «Fu un colpo terribile - racconta Roberto Laurenzano -. Lallora presidente del Piacenza Loschi non entrò nella camera ardente. Voglio ricordarlo da vivo, disse citando una frase che non ho più dimenticato: Il lunedì i tifosi non si chiedevano il risultato del Piacenza, ma che cosa avesse scritto Laurenzano. Qualche anno dopo incontrai per caso Ernesto Prati. Voleva istituire un premio in memoria di Sabino e mi chiese se fossi daccordo. Gli risposi naturalmente di sì, ma da lì a poco fu colpito dal malore che lo portò alla morte».
Restando in ambito sportivo, alla Veggioletta incrociamo Marco Curtoni, che nel Dizionario Biografico ha il papà Bruno e lo zio Giuseppe, distintisi entrambi soprattutto nellatletica leggera, ma anche nel calcio. «Avevano entrambi un amore straordinario per lo sport - ricorda il figlio e nipote - alimentato anche dalla grande considerazione che in quel periodo, eravamo negli anni Trenta, si aveva per le discipline sportive come specchio della forza della nazione. Lo zio Pino ha vestito la maglia azzurra nella Nazionale di atletica (era specialista nei 100, 200 e 400 metri piani, ndr), mentre mio padre era molto bravo nelle staffette (nel 1938 vinse il titolo italiano della 4x100, ndr): nella seconda metà degli anni Settanta arrivò sesto alle Olimpiadi per anziani di Melbourne». I Curtoni erano sei fratelli («quattro molto sportivi, due per nulla», spiega il signor Marco); a Bruno, Alessandro, Cesare e Giuseppe è intitolato il campo da calcio di Borgonovo, loro paese dorigine.
Con Katia Cirioni ci spostiamo nel settore musicale. Il padre Franco, morto a Fiorenzuola nel 1990, è nel Dizionario Biografico ricordato come fisarmonicista, docente di scuola e direttore di banda. «Mi piace sottolineare - dice la signora Katia - che nel 1956, da Bacedasco Basso, un ragazzo proveniente da una famiglia di viticoltori partì per Milano e riuscì a diplomarsi in pianoforte. Amava la musica classica e quella popolare ed ha avuto le sue soddisfazioni, anche se non amava esibirle, da persona umile qual era. Con lorchestra da ballo da lui fondata si esibì in Italia e allestero; a Sanremo suonava al Bellavista, lequivalente dellAriston di oggi. Negli anni Settanta creò il corpo bandistico Gruppo Folkloristico Città di Fiorenzuola che ha diretto per oltre 20 anni».