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Ostensione Ecce Homo - Un evento al giorno in streaming
I CAPOLAVORI DEL PERIODO VENEZIANO DI ANTONELLO DA MESSINA
L’appassionato racconto di George Duhr che ha definito l’iniziativa di Banca di Piacenza e Opera Pia Alberoni «un meraviglioso omaggio» tributato all’artista

La terza giornata degli eventi collegati all’Ostensione dell’Ecce Homo inaugurata sabato 28 novembre a Palazzo Galli ha avuto come protagonista George Duhr, esperto d’arte e autore di numerosi saggi su città e pittori italiani, che - presentato dal vicedirettore generale della Banca di Piacenza Pietro Boselli - ha tenuto una conferenza sulla “Pittura di Antonello da Messina a Venezia”, trasmessa in diretta streaming sul sito della Banca.
Nel sottolineare che il fascino dell’artista messinese deriva anche dalle poche notizie documentarie che si hanno su di lui, lo studioso ha esaminato il periodo veneziano di Antonello (1474-1476), definendolo «di fervida operosità, con la realizzazione di diversi capolavori». Duhr ne ha descritti alcuni: il “Cristo morto sorretto da angeli” oggi al museo Correr di Venezia («opera purtroppo sciupata da pulizie eccessive ma meravigliosa, dove si nota l’influenza di Bellini»); il “San Sebastiano” di Dresda, unica anta rimasta del trittico di San Rocco («dove aleggia il silenzio, come nell’opera del Collegio Alberoni»); la “Pala di San Cassiano”, smembrata e ora a Vienna («qui emerge il tema della sacra conversazione e del linguaggio delle mani, che ritroviamo anche nella Madonna Annunziata di Palermo»).
Il relatore ha quindi fatto riferimento all’Ecce Homo piacentino di Antonello da Messina («al quale la Banca di Piacenza e il Collegio Alberoni stanno tributando un meraviglioso omaggio»), sottolineando la «grandissima sofferenza» che esprime la figura del Cristo «un dolore incredulo e un’infinita malinconia dello sguardo; nel dipinto - ha concluso George Duhr - si colgono anche le influenze della pittura fiamminga, nella corda e nelle lacrime».
Il 30 novembre, quarta giornata degli eventi in streaming con la presentazione, alle 18, collegandosi al sito della banca (www.bancadipiacenza.it) del touch screen allestito nel salone della sede centrale dell’Istituto di credito di via Mazzini con la visita virtuale alla Salita al Pordenone e alla Basilica di Santa Maria di Campagna, a cura di Marco Stucchi. A seguire, illustrazione di Valeria Poli della collezione d’arte della Banca e visita virtuale alla terrazza panoramica della stessa sede centrale.

George Duhr

 

Uno dei capolavori di Antonello da Messina: la Madonna Annunziata di Palermo

 

Ostensione Ecce Homo - Un evento al giorno in streaming
Visita agli affreschi del Pordenone dalla sede della Banca di Piacenza
Presentato da Marco Stucchi il touchscreen con immagini inedite. La collezione d’arte dell’Istituto vista da Valeria Poli e salita virtuale alla grande terrazza con vista mozzafiato sulla città

La quarta giornata degli eventi collegati all’Ostensione dell’Ecce Homo a Palazzo Galli si è distinta in tre momenti introdotti da Pietro Boselli, vicedirettore generale della Banca di Piacenza e trasmessi in diretta streaming: la presentazione del touchscreen allestito nel salone della sede centrale dell’Istituto di credito di via Mazzini con le immagini della Salita al Pordenone e della Basilica di Santa Maria di Campagna, l’illustrazione della collezione d’arte della Banca e la visita virtuale alla terrazza panoramica della stessa sede centrale.
Marco Stucchi («grazie alla Banca, sempre attiva e sensibile alla cultura locale») ha mostrato i contenuti della visita virtuale - che i clienti potranno effettuare appunto dal salone della sede centrale, dove è stato posizionato un touchscreen - alla chiesa custodita dai Frati minori e alla Salita al Pordenone. Il progetto di apre con una home page che ricorda l’inaugurazione della Salita del 4 marzo 2018, molto affollata nonostante un’abbondante nevicata, poi il visitatore - scorrendo le immagini che si trovano nella parte bassa dello schermo a 55 pollici - può muoversi a piacimento all’interno della Basilica (mostrati particolari degli affreschi di Antonio de’ Sacchis: la cappella di Santa Caterina, il Sant’Agostino, la cupola, punto d’arrivo della Salita e alcuni particolari inediti dei musici realizzati dal pittore friulano nella cupolina della cappella della Natività). La visita digitale si estende poi ad altri capolavori pordenoniani: il grande affresco della cattedrale di Cremona e la cappella della chiesa dell’Annunziata a Cortemaggiore, con affreschi che Vittorio Sgarbi, sabato 28 novembre, ha voluto rivedere definendoli «sublimi».
Valeria Poli ha quindi compiuto una carrellata sulle più importanti opere della collezione d’arte della Banca («avviata negli anni ’50 con l’acquisto del Piccio, ha avuto un notevole impulso negli anni ’90 con l’acquisizione di pezzi importanti e si è via via arricchita fino ai giorni nostri con la collezione Ghittoni, inaugurata proprio tre giorni fa»), a partire dal quadro di Gaspare Landi “La famiglia del marchese Giambattista Landi con autoritratto”, per passare alle due splendide vedute di Rivalta del Panini (una di fantasia) esposte nella Sala del Duca in occasione dell’evento Salita al Pordenone di due anni fa. La prof. Poli ha proseguito la sua descrizione con la Piazza Cavalli del Sebron e la Piazzetta delle Grida di Carabain («che faranno parte della mostra di Natale della Banca»), per arrivare all’“Adorazione dei pastori” del Malosso: «Opera - ha spiegato - che presenta un interessante scorcio di natura morta, un tema che troviamo prepotentemente nelle due opere, sempre esposte nel salone della sede centrale, del Boselli e dell’Arbotori».
La diretta si è conclusa con la visita virtuale (ancora con immagini di Marco Stucchi) alla grande terrazza dell’Istituto di credito, da dove si gode di una vista a 360 gradi sul centro storico della città, a cui si potrà accedere quando le condizioni dell’emergenza sanitaria lo consentiranno.
Il 1 dicembre, quinta giornata degli eventi in streaming con la presentazione, alle 18, collegandosi al sito della Banca (www.bancadipiacenza.it), della natura morta dell’Arbotori (tra gli ultimi quadri arrivati nella collezione d’arte dell’Istituto), sempre a cura della prof. Poli.

Marco Stucchi

Valeria  Poli

 

Ostensione Ecce Homo - Un evento al giorno in streaming
Le dispense padane di Bartolomeo Arbotori
Valeria Poli ha presentato uno degli ultimi dipinti entrati a far parte della collezione d’arte
della Banca di Piacenza: una natura morta del pittore piacentino del ‘600

Quinta giornata degli eventi collegati all’Ostensione dell’Ecce Homo a Palazzo Galli con l’illustrazione, a cura di Valeria Poli, della natura morta del pittore - nato a Piacenza nel 1594 - Bartolomeo Arbotori, tra le ultime opere entrate a far parte della collezione d’arte della Banca di Piacenza e recentemente esposta nel salone della sede centrale di via Mazzini.
Prima di presentare il dipinto (Natura morta con pavone femmina, anatidi, beccacce, beccaccini, polli appesi e carne di capretto bollita, olio su tela, 125x104), la prof. Poli ha spiegato come il genere della natura morta debba la sua affermazione alla nascita, nel ‘600, del classicismo accademico, che lega la formazione degli artisti non più alla sola bottega ma appunto alle accademie (in Italia la prima apre a Firenze con Vasari e Michelangelo nel 1561; seguita da quella romana di San Luca nel 1593). Le accademie indirizzano i gusti della committenza e formano artisti che si specializzano nei diversi generi: figura, paesaggio, veduta e - appunto - natura morta. Nasce così, abbinato alla committenza, il mercato artistico, alimentato sia dagli intellettuali stranieri che venivano a formarsi in Italia, sia dai “nuovi ricchi” che avevano fatto soldi con la mercatura e si compravano titoli nobiliari, palazzi e collezioni di quadri. E’ in questo contesto che il genere della natura morta acquista una sua autonomia.
A Piacenza - ha proseguito la relatrice - si afferma il soggetto della dispensa, perché la nostra città era già allora legata più al mondo lombardo. Arbotori è un artista scoperto da poco, tant’è che in precedenza i suoi quadri venivano attribuiti al Boselli (gli stili sono molto simili). Venendo al quadro, la prof. Poli ha descritto la dispensa padana che vi è rappresentata «con prodotti a km 0», che da alcuni particolari rivela essere di una famiglia ricca.
Il 2 dicembre sesta giornata degli eventi in streaming con la presentazione, alle 18, della mostra “La Piacenza che era” con interventi della curatrice Laura Bonfanti e di Valeria Poli. A seguire la visita virtuale alla Salita al Pordenone. Per vedere la diretta occorre collegarsi al sito della Banca, all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.

Valeria Poli

 

Ostensione Ecce Homo - Un evento al giorno in streaming
A Palazzo Galli in mostra la Piacenza che era
Laura Bonfanti e Valeria Poli hanno presentato la rassegna natalizia della Banca di Piacenza

La sesta giornata degli eventi collegati all’Ostensione dell’Ecce Homo a Palazzo Galli è stata caratterizzata dalla presentazione (sempre in diretta streaming) della mostra “La Piacenza che era”, consueto appuntamento con l’arte donato dal 2004 ai piacentini dalla Banca di Piacenza nel periodo natalizio (dal 13 dicembre al 17 gennaio a Palazzo Galli, nel rispetto delle regole che saranno stabilite dai nuovi decreti sull’emergenza sanitaria legata al Covid). «Il consiglio - ha spiegato il vicedirettore generale della Banca Pietro Boselli, che ha presentato le relatrici - è di seguire il sito del nostro Istituto per avere sempre un aggiornamento della situazione».
Laura Bonfanti, curatrice della mostra, ne ha illustrato le caratteristiche: saranno esposte opere (una cinquantina) che ritraggono parti di Piacenza non più esistenti o modificate; a corredo, 40 fotografie d’epoca (degli studi F.lli Manzotti, Giulio Milani, Gianni Croce). «“La Piacenza che era” - ha argomentato la dott. Bonfanti - è un viaggio da inizio Ottocento fino ai giorni nostri attraverso il quale si presenta lo stretto rapporto tra la città e i suoi abitanti, in un insieme armonico di interazioni e ammodernamenti capaci di rendere questo territorio l’unicum che è oggi». La curatrice della rassegna ne ha quindi proposto alcuni assaggi, mostrando diversi quadri ed evidenziando le differenze con la situazione attuale. Tra gli artisti autori delle opere, Hippolyte Sebron, Jacques Carabain, Giovanni Migliara, Federico Moja, Luciano Ricchetti, Bot.
La prof. Poli - autrice di alcuni contributi per il catalogo della mostra - ha invece trattato delle testimonianze documentarie e iconografiche che attestano i cambiamenti urbanistici avvenuti nel tempo a Piacenza, citando i lavori di via Cavour tra il 1909 e il 1914 culminati con la realizzazione del polo scolastico e due piani di trasformazione di Piacenza mai realizzati (dell’arch. Arnaldo Nicelli, nel 1927 e dell’ing. Giuseppe Manfredi). La relatrice ha poi mostrato alcune incisioni con vedute cittadine (Santa Maria di Campagna, chiesa della Benedettine, area di San Sisto, Piazza Cavalli), testimonianze di com’era Piacenza tanti anni fa; e ricordato l’importante ruolo dei pittori vedutisti, come Giovan Paolo Panini. «Nel ‘900 - ha concluso la prof. Poli - le immagini che hanno fatto la storia di Piacenza sono state raccolte attraverso le copertine della Strenna, la rivista ufficiale degli Amici dell’Arte».
A seguire è andato in onda un filmato illustrativo della Salita al Pordenone, che non si è potuta fare in presenza in base a quanto stabilito dalle sopravvenute norme sull’emergenza sanitaria.
Il 3 dicembre settima giornata degli eventi in streaming con la presentazione, alle 18, del volume “Einaudi a Piacenza nel 1949” di Robert Gionelli, con l’intervento dell’autore. Per seguire la diretta occorre collegarsi al sito della Banca all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.

Bonfanti, Boselli, Poli

 

Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina - Un evento al giorno in streaming
Einaudi nel 1949 visitò l’Ecce Homo al Collegio Alberoni
L’autore Robert Gionelli ha presentato il libro che rievoca la visita del Presidente della Repubblica nella nostra città per inaugurare il ponte sul Po e posare la prima pietra dell’Università Cattolica

Settima giornata degli eventi collegati all’Ostensione dell’Ecce Homo a Palazzo Galli con la presentazione in diretta streaming della pubblicazione “Einaudi a Piacenza nel 1949”, realizzata da Robert Gionelli ed edita dalla Banca di Piacenza per ricordare la visita nella nostra città dell’allora presidente della Repubblica, di cui è stato ricordato il 70° anniversario il 30 ottobre dello scorso anno con una conferenza organizzata dall’Istituto di credito a Palazzo Galli. Conferenza che - ha sottolineato l’autore del volume, introdotto dal vicedirettore generale della Banca Pietro Boselli - fu molto partecipata. Vi presero parte anche studenti del Liceo Respighi e del Liceo San Benedetto, che ebbero modo di assistere ad una vera e propria lezione su uno dei padri della nostra Repubblica. Il presidente esecutivo Corrado Sforza Fogliani aveva ricordato la figura di Einaudi, di cui è sempre stato estimatore e studioso e che ebbe la fortuna di incontrare - lui giovanissimo - nella casa di Dogliani del Presidente. Lo stesso Gionelli aveva ricostruito i vari momenti della visita mostrando un ricco reportage fotografico e documentale.
Operazione compiuta, in parte, anche durante l’illustrazione del libro, non prima di aver evidenziato «il grande contributo dato da Einaudi alla rinascita dell’Italia nel dopoguerra, come presidente della Banca d’Italia, come ministro del Tesoro e Presidente della Repubblica e anche come docente universitario ed economista». Einaudi - ha rimarcato il relatore - non è stato solo un grande uomo delle istituzioni, ma anche e soprattutto un uomo libero, tra gli artefici della ripresa economica del nostro Paese.
Il viaggio istituzionale del 1949 ebbe tre tappe da protocollo ed una quarta fuori programma, che si ricollega all’evento dell’esposizione a Palazzo Galli del capolavoro di Antonello da Messina: il Presidente, posata la prima pietra dell’Università Cattolica (terza tappa), volle visitare il vicino Collegio Alberoni e - si legge nelle cronache dell’epoca - si soffermò in particolare proprio davanti all’Ecce Homo. Accolto da una folla oceanica, Luigi Einaudi inaugurò dapprima il ricostruito ponte sul Po, per poi conferire in piazza Cavalli (seconda tappa) la medaglia d’argento al valore della resistenza al gonfalone della città di Piacenza («non su quello che siamo abituati a vedere - ha precisato Gionelli - ma al gonfalone storico con Sant’Antonino a cavallo»).
C’è un aneddoto legato al momento della posa della prima pietra a San Lazzaro: Tomaso Lugli (che ha ricordato l’episodio nel corso della citata conferenza del 2019), allora ragazzino, scattò alcune foto al Presidente con una Kodak a soffietto. Le sviluppò e le spedì al Quirinale. Einaudi gli rispose e gli tornò una delle fotografie autografata, utilizzata dalla Banca come immagine simbolo della celebrazione del 70° anniversario della visita presidenziale e distribuita a tutti gli intervenuti a Palazzo Galli il 30 ottobre dello scorso anno.
Il 4 dicembre ottava giornata degli eventi in streaming con la presentazione, alle 18, del libro strenna 2020 della Banca “Pier Luigi Farnese - Vita, morte e scandali di un figlio degenere” di Marcello Simonetta, con l’intervento dell’autore, collegato da Parigi, in dialogo con Corrado Sforza Fogliani. Per seguire la diretta occorre collegarsi al sito della Banca all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.

Boselli, Gionelli

 

Ostensione Ecce Homo - Un evento al giorno in streaming
«Questa biografia di Pier Luigi Farnese
valorizza il ruolo e la storia della nostra città»

Il presidente esecutivo della Banca di Piacenza Sforza Fogliani ha presentato
il libro strenna 2020 in dialogo con l’autore Marcello Simonetta, collegato da Parigi

«Un testo che valorizza la nostra città e la nostra storia perché dalla sua lettura emerge l’importanza che aveva allora Piacenza in Italia e in Europa». Questo il giudizio del presidente esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani sul volume “Pier Luigi Farnese - Vita, morte e scandali di un figlio degenere”, libro strenna 2020 dell’Istituto di credito presentato nel corso della ottava giornata degli eventi (in tutto 20, e tutti gratuiti) collegati all’Ostensione dell’Ecce Homo a Palazzo Galli. L’autore, Marcello Simonetta, ha illustrato le caratteristiche della pubblicazione collegato da Parigi (dove vive), in dialogo con il presidente Sforza Fogliani, che ha sottolineato come l’opera vada a completare da un nuovo punto di vista i due volumi usciti in occasione del convegno internazionale promosso dalla Banca nel 2007 sulla congiura farnesiana del 1547: «Un evento - ha spiegato l’avv. Sforza - che ha compiuto un serio studio sulle ragioni della congiura, la quale non fu un semplice atto di egoismo feudale, ma un’azione contro lo Stato nuovo che avocava a sé tutti i poteri, sopprimendo le autonomie feudali. La scintilla fu il ritrovamento degli atti del processo ai congiurati voluto da Paolo III, i quali compirono un tirannicidio e non un assassinio, come sostiene una tesi che dura tuttora, ma che non potrà più essere sostenuta dopo il documentatissimo libro del prof. Simonetta».
L’autore ha definito «intrigante e stimolante» l’occasione di scrivere questo libro su Pier Luigi Farnese. Il volume si divide in tre parti. La biografia, «abbastanza rapida», mostra come Pier Luigi, figlio di Papa Paolo III (lo ebbe quando era diacono, con soli voti minori), sia cresciuto lontano da padre e madre ed abbia avuto un’infanzia tribolata. La sua carriera militare fu piuttosto fallimentare: «Tra l’altro - ha precisato il prof. Simonetta - partecipò al Sacco di Roma, che non è tra le pagine più nobili dell’epoca». Dopo la scomunica da parte di Papa Clemente VII Medici, Pier Luigi si tenne fuori dai giochi fino a che suo padre non divenne Paolo III. «A quel punto - ha proseguito l’autore - lentamente ma inesorabilmente ascese a una serie di posizioni di potere, fra le quali quella di capitano delle truppe ecclesiastiche; una carriera che possiamo paragonare a quella di un altro figlio di Papa, Cesare Borgia, con la differenza che il Nostro fu meno efficiente dal punto di vista machiavellico». Ricevette una serie di titoli - fra cui quello di duca di Castro - e poi arrivò il momento clou, con la sua ascesa ai due Ducati: quello di Piacenza e quello di Parma. «Un episodio sul quale mi sono soffermato parecchio - ha osservato il prof. Simonetta - proponendo alcune novità ricavate dalla lettura di documenti dell’epoca crittografati, ma che sono riuscito a tradurre conoscendo questa tecnica utilizzata, al tempo, per coprire i segreti politici. E’ stato per me un enorme piacere entrare nel mondo segreto della politica rinascimentale, non solo piacentina ma italiana ed europea, circostanza che mi ha portato a descrivere, spero in maniera avvincente, personaggi come Carlo V, Francesco I ed Enrico II». Altra parte del volume tratta degli scandali in cui è stato coinvolto Pier Luigi Farnese. A beneficio di coloro che desiderano togliersi qualche altra curiosità, l’autore ha consigliato la lettura della ricca Appendice, con documenti inediti presi da archivi di tutto il mondo. «Questo libro - ha concluso il prof. Simonetta - mostra lati della storia di Piacenza non ancora studiati in profondità. L’unico rimpianto è non averlo potuto presentare venendo nella vostra città». A seguire è stato trasmesso il docufilm “Piacenza 1547 - Una congiura contro lo Stato nuovo”, realizzato dalla Banca in occasione del ricordato convegno internazionale del 2007.
Il 5 dicembre nona giornata degli eventi in streaming con il reading teatrale (ore 18, Palazzo Galli) dedicato ad Antonello da Messina, di e con Mino Manni. Per seguire la diretta occorre collegarsi al sito della Banca all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.

 

Ostensione dell’Ecce Homo - Un evento al giorno in streaming
La vita e le opere di Antonello da Messina diventano teatro
regalando emozioni tra letture, canti e musiche antiche

A Palazzo Galli della Banca di Piacenza reading di Mino Manni con Alessia Rosini ed Elena Castagnola

Ha saputo ancora una volta regalare emozioni Mino Manni, protagonista a Palazzo Galli della nona giornata degli eventi in streaming collegati all’Ostensione dell’Ecce Homo organizzata dalla Banca di Piacenza. Dovendo questa volta superare una difficoltà in più, non avendo il pubblico in sala bensì collegato in diretta streaming. Pubblico che ha comunque avuto modo di apprezzare i passi dedicati alla vita e alle opere di Antonello da Messina, magistralmente letti dall’attore piacentino in un’atmosfera resa ancor più suggestiva dalle musiche di Claudio Monterverdi, interpretate dal violino di Alessia Rosini e dal violoncello di Elena Castagnola, che ha anche impreziosito la serata con canti (sia sacri che profani) cinquecenteschi.
Il reading si è aperto con il passaggio del Vangelo che vede protagonista Pilato che interroga Gesù pronunciando poi la famosa frase “Ecce Homo”, Ecco l’uomo. Ed è proseguito con la descrizione e la storia del dipinto dell’Opera Pia Alberoni esposto a Palazzo Galli fino all’8 dicembre citando, tra gli altri, i giudizi di Vittorio Sgarbi («Il cristo di Antonello è più uomo che Dio») e quelli di Giorgio Vasari: nelle sue “Vite” (1568) spiega come si arrivò a scoprire la tecnica della pittura a olio, che soppiantò le tempere e che conquistò il pittore messinese, tanto da spingerlo a recarsi nelle Fiandre per carpirne i segreti e riportarli in Italia, in particolare a Venezia, dove Antonello conobbe il periodo migliore della sua produzione artistica.
Toccanti alcuni passi di Leonardo Sciascia, dove si descrivono “La Madonna dell’Annunziata” di Palermo e un autoritratto conservato al museo di Cefalù. Lo scrittore fa capire il rapporto inalienabile tra l’artista e il territorio natìo, raccontando l’essere siciliano di Antonello. Con i brani di Giovanni Testori si è esaminato, invece, il volto di Cristo, dove dolore e speranza, sofferenza e pace sono elementi inseparabili.
In apertura, il presidente esecutivo Corrado Sforza Fogliani ha portato i saluti della Banca ai numerosi spettatori collegati in streaming, sottolineando come l’attuale viaggio dell’Ecce Homo piacentino sia stato il terzo compiuto dal Collegio Alberoni in centro città: i precedenti - nel 1902 e nel 1926 - furono in occasione della prima e seconda Mostra dell’arte sacra. «Nel ’26 - ha ricordato il presidente Sforza - l’Ecce Homo fu esposto a Palazzo Gotico, ma anche allora in circostanze sfortunate: la città era stata colpita da un’alluvione e la popolazione era distratta dai disagi che stava subendo. Oggi il suo arrivo in città è stato penalizzato dall’evento pandemico, dal quale speriamo si possa uscire al più presto. Questo non ha però impedito all’iniziativa di portare Piacenza alla ribalta dei maggiori giornali e delle più importanti riviste nazionali, dando modo alla Banca di conservare una caratteristica che la conferma vicino alla gente, quella di promotrice di cultura, una peculiarità che molte altre banche hanno perso».
Il 6 dicembre decima giornata degli eventi in streaming con la presentazione, alle 18 a Palazzo Galli, del volume di Alessandro Malinverni “Hecce Homo” (edizioni Tep): l’autore illustrerà il libro in dialogo con Robert Gionelli. Per seguire la diretta occorre collegarsi al sito della Banca all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.

 

Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina - Un evento al giorno in streaming
L’Ecce Homo restò dal 1901 al 1929 al Gazzola
prima sede del Museo civico di Piacenza

A Palazzo Galli della Banca di Piacenza presentato il libro del prof. Malinverni dedicato al “Cristo alla Colonna”

Ecce Homo ancora protagonista degli eventi collaterali collegati all’Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina organizzata dalla Banca di Piacenza, con la decima giornata in diretta streaming da Palazzo Galli per la presentazione del volume che Alessandro Malinverni ha dedicato all’opera (“Ecce Homo di Antonello da Messina”, edizioni Tep) su iniziativa della Banca e dell’Opera Pia Alberoni. L’autore ha idealmente sfogliato il libro in dialogo con Robert Gionelli, il quale ha sottolineato come Piacenza - con l’Ostensione dell’Ecce Homo e con quella del Klimt - sia in questo momento al centro della vita culturale italiana, con vasta eco sulla stampa nazionale.
Il prof. Malinverni - storico dell’arte, conservatore del Museo Gazzola di Piacenza e della Pinacoteca Stuard di Parma - ha ricordato come l’Istituto fondato a fine ‘700 dal conte Felice Gazzola abbia avuto un forte legame con la tavoletta del Cristo alla Colonna: «L’opera arrivò a Piacenza nel 1761 e fu collocata nell’appartamento del cardinale. Nel 1903 fu spostata, insieme a tanti altri capolavori della città, al Gazzola prima sede del Museo civico e vi rimase per 26 anni».
La pubblicazione è una sorta di vademecum che ripercorre gli studi sull’Ecce Homo piacentino, iniziati nel 1901 e a cui contribuì anche il compianto prof. Arisi. Più recente il contributo del prof. Giovanni C.F. Villa in occasione della mostra milanese del 2019, studioso che ha curato anche il progetto scientifico dell’Ostensione a Palazzo Galli.
Co-protagonista del volume un piacentino illustre. «Il cardinale Giulio Alberoni - ha ricostruito il prof. Malinverni - nacque a Piacenza nel 1664 da una famiglia molto umile. Grazie agli studi e alle proprie doti riuscì ad imporsi facendo una carriera straordinaria che lo portò a diventare primo ministro in Spagna alla corte di Elisabetta Farnese e Filippo V. Risulta essere stato il primo proprietario noto della tavoletta di Antonello e si ritiene che se lo ritrovò tra i suppellettili del Palazzo Lana Buratti di Roma, acquistato nel 1725. La prima traccia dell’Ecce Homo porta la data del 1735, quando fu steso l’inventario dove compariva la tavoletta, già attribuita all’artista messinese. Ma il prezioso dipinto ha rischiato di essere ceduto, perché il cardinale aveva dato disposizione di vendere la collezione d’arte dopo la sua morte. Il fatto di essere stata un po’ dimenticata, probabilmente l’ha salvata e l’opera arrivò finalmente a Piacenza, come abbiamo visto, nel 1761».
Il libro, nelle ultime pagine, ricorda le altre due occasioni - prima di quest’ultima targata Banca di Piacenza - nelle quali l’Ecce Homo venne in centro città per le due edizioni della Mostra dell’arte sacra: nel 1902 nel convento di San Vincenzo e nel 1926 nel salone d’onore di Palazzo Gotico. «Due grandi opportunità per i piacentini di ammirare centinaia di opere, due straordinari momenti che riaccesero l’interesse per il capolavoro di Antonello, intorno al quale furono incentivati gli studi che portarono, negli ultimi 20 anni, all’organizzazione di rassegne molto importanti, come quelle di Genova e Milano».
Spostandosi poi accanto alla tavoletta - esposta a Palazzo Galli in una speciale teca che ne conserva ottimali condizioni di temperatura e umidità - il prof. Malinverni ha spiegato agli spettatori alcune caratteristiche del dipinto: «L’Ecce Homo piacentino è lo straordinario risultato finale di un percorso di riflessione che Antonello da Messina ha compiuto realizzando altri 5 esemplari del Cristo flagellato, nell’arco di una decina d’anni. L’artista fu il primo ad utilizzare la tecnica ad olio tipica della pittura fiamminga, riuscendo ad ottenere un effetto quasi fotografico. Questa è un’opera che ci colpisce ogni volta che l’osserviamo e vederla in un contesto diverso dal solito aiuta il visitatore a scoprire particolari che in altre occasioni non si erano magari notati. Si rimane soprattutto colpiti dall’espressione del volto, che ci rivela tutta l’umanità di Gesù che chiede a noi di comprendere la sua reale sofferenza».
Il 7 dicembre, alle 18, undicesima giornata degli eventi in streaming con la lettura sull’Antonello da Messina a cura del Piccolo Museo della poesia. Per seguire la diretta occorre collegarsi al sito della Banca all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.

 

Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina - Un evento al giorno in streaming
Il dolore come strumento di comunicazione
Omaggio all’Ecce Homo del Piccolo Museo della poesia

A Palazzo Galli recitati con grande trasporto emotivo alcuni brani di autori del XX e XXI secolo

«Vogliamo dedicare questa performance poetica a tutti coloro che hanno sofferto e soffrono a causa della pandemia. Ci riempie di orgoglio omaggiare uno dei dipinti più importanti di tutti i tempi in un momento di grande sofferenza che ci deve impegnare ad essere tutti migliori». Con questo pensiero Massimo Silvotti, direttore del Piccolo Museo della poesia, ha aperto l’undicesima giornata - in diretta streaming da Palazzo Galli - degli eventi collaterali collegati all’Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina organizzata dalla Banca di Piacenza.
Il vicedirettore generale dell’Istituto di credito Pietro Boselli ha introdotto l’appuntamento ricordando come il museo che ha trovato sede nell’oratorio di San Cristoforo sia un’eccellenza che rappresenta Piacenza nel mondo, «un progetto alla cui realizzazione la nostra Banca ha avuto il piacere di poter contribuire in maniera significativa».
Il dott. Silvotti si è soffermato sullo sguardo del Cristo alla Colonna piacentino: sconvolgente la sua intensità comunicativa, di un uomo che si rivolge a ciascuno di noi e che sembrerebbe chiederci misericordia. «Siamo partiti da qui, dall’ipotetico dialogo tra persone che eleva il dolore a strumento di comunicazione, attraverso brani di donne e uomini del XX e XXI secolo trasudanti di un’umanità verace».
Giusy Cafari Panico, direttrice del Comitato scientifico del Museo, ha aperto i momenti di recitazione con una poesia di Aldo Palazzeschi (La fontana malata), una tragica allegoria della sofferenza umana. Domenico Ferrari Cesena, scrittore e presidente dell’associazione che fa capo al Piccolo Museo della poesia, ha invece interpretato il poemetto La pietà, scritto da Giuseppe Ungaretti nel 1928, dove gli uomini sono ombre e Dio forse un sogno.
Un brano tratto da Succubi e supplizi di Antonin Artaud è stato oggetto di lettura da parte di Edoardo Callegari, responsabile delle Relazioni esterne del Museo, mentre la responsabile della sezione Poesia piacentina, Doriana Riva, ha recitato Mancato acquisto - Sul Grave, ma appena di Giorgio Caproni.
Padre mio di Mario Luzi il testo scelto da Massimo Silvotti, una poesia definita «dicotomica, tra soavità e terreità», seguito da Sabrina De Canio - condirettrice e responsabile dell’Area internazionale del Museo - con Moriremo lontani. Sarà molto di Cristina Campo.
Gli abili dicitori sono stati protagonisti di un “secondo giro” con la lettura delle seguenti poesie: Corpo d’amore di Ada Merini (Doriana Riva), Mattutino di Louise Glück, premio Nobel per la letteratura 2020 (Giusy Cafari Panico), Via Crucis, scritta da Guido Oldani, presidente del Comitato scientifico del Piccolo Museo (Sabrina De Canio e Massimo Silvotti), L’uomo che cammina di Christian Bobin (Edoardo Callegari), Sii dolce, sii gentile di Mariangela Gualtieri (Sabrina De Canio).
L’8 dicembre, ore 18, a Palazzo Galli, dodicesima giornata degli eventi in streaming con il finissage di chiusura dell’Ostensione dell’Ecce Homo. Per seguire la diretta occorre collegarsi al sito della Banca all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.

Finissage in diretta streaming
«Ecce Homo, tutti insieme abbiamo fatto una bella cosa»
I presidenti Sforza Fogliani (Banca di Piacenza) e Braghieri (Opera Pia Alberoni) d’accordo nel decretare il successo dell’Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina a Palazzo Galli, nonostante le difficoltà legate all’emergenza del virus Corona - Il presidente Cella: «Camera di Commercio pronta a sostenere iniziative culturali come questa che promuovono Piacenza»

«Tutti insieme abbiamo fatto una bella cosa». Lo ha detto il presidente esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani, tracciando un bilancio dell’evento Ecce Homo nel corso del finissage (in diretta streaming) dell’Ostensione a Palazzo Galli, nella dodicesima e ultima giornata delle manifestazioni collegate (20 e tutte gratuite) all’iniziativa culturale organizzata dall’Istituto di credito in collaborazione con l’Opera Pia Alberoni.
Un momento conclusivo che ha avuto come protagonisti - oltre naturalmente al Cristo alla Colonna - il presidente Sforza Fogliani e il presidente dell’Opera Pia Alberoni Giorgio Braghieri, sollecitati dalle domande del giornalista Robert Gionelli. L’intrattenimento musicale - sotto la direzione artistica del Gruppo strumentale Ciampi - è stato affidato a Tatiana Alquati, che con la sua arpa ha suonato musiche di B. Andrés, Gingembre, G. Donizetti, P. Alvars, L. Delibes e P. I. Tchaikovskij.
«E’ stato un successo - ha sottolineato l’avv. Sforza - anche se le attuali condizioni legate alla pandemia ci hanno costretto a fare qualcosa di molto più limitato, ma che era il massimo possibile». Il presidente ha ringraziato il dott. Braghieri e i suoi collaboratori: «Con il loro aiuto abbiamo superato diverse difficoltà, grazie anche all’intervento del ministero. Voglio anche ringraziare l’ing. Tagliaferri e tutto l’Ufficio Economato, perché con i tempi stretti che avevamo hanno fatto miracoli; uguale gratitudine esprimo alla dott. Lavinia Curtoni e allo staff dell’Ufficio Relazioni esterne. Grazie anche al personale tecnico e di custodia».
Il presidente Sforza ha poi compiuto un salto nel passato ricollegandosi alla presentazione (uno degli eventi collaterali) del libro strenna della Banca su Pier Luigi Farnese. «I congiurati - ha argomentato - erano in lite fra di loro, ma uniti quando si trattava di difendere Piacenza dagli invasori esterni. Il contrario di quello che capita oggi. Sgarbi ha ragione quando dice che non sappiamo farci propaganda fuori dal territorio di appartenenza. Già con la Salita al Pordenone e ora con l’Ecce Homo, pensiamo di aver indicato una strada che può servire a Piacenza per andare oltre le proprie mura». E a questo proposito sono stati ricordati i tanti passaggi dell’evento Ostensione sulla stampa nazionale. Sottolineato anche il ruolo fondamentale degli sponsor (Arca, Assiteca, Ivri-Sicuritalia, La Tribuna, Pagani, Spazio) e dei media partner Il Nuovo Giornale e Radio Sound.
Il dott. Braghieri dal canto suo ha posto l’accento sul «segnale di speranza attraverso la cultura» che con questo evento, insieme all’esposizione del Klimt, si è voluto dare in un momento di grande difficoltà sanitaria ed economica. Il presidente dell’Opera Pia ha elogiato «la determinazione dell’avv. Sforza, che non si è mai fermato di fronte alle difficoltà». Ora la tavoletta tornerà nel caveau della Banca (che si è volentieri resa disponibile ad ospitarlo) in attesa di rientrare, fra due o tre mesi, nel risistemato appartamento del cardinale Alberoni, «con l’auspicio - ha detto il dott. Braghieri ringraziando ancora la Banca locale per l’importante ruolo che svolge sul nostro territorio anche per la cultura - che i musei a marzo possano tornare ad aprire le loro porte ai visitatori».
Nel corso del finissage, ha portato il suo saluto il presidente della Camera di Commercio Filippo Cella, che si è congratulato per l’iniziativa e si è impegnato, nel 2021, ad essere partner, con l’Ente camerale, di eventi che «attraverso la bellezza promuovono il nostro territorio».

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