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Piacenza importante centro strategico e militare
ma nel Ducato l’esercito si occupava di ordine pubblico

Presentato al PalabancaEventi il volume di Mario Zannoni sulle truppe dei primi Borbone

Piacenza centro strategico e militare di vitale importanza (fin dal 1500) in quanto era la città fortificata più vicina a Milano che consentiva il controllo del passaggio sul Po. Questo quanto emerso nel corso della presentazione del volume “L’esercito del Ducato di Parma e Piacenza - Le truppe dei primi Borbone 1732-1736 e 1748-1802” di Mario Zannoni (Casa editrice Alessandro Farnese), illustrato dall’autore al PalabancaEventi (Sala Panini) in dialogo con l’editore Massimo Galli, che ha ringraziato la Banca di Piacenza per aver promosso l’evento (presente per l’Istituto il vicedirettore generale Pietro Boselli).
Il titolare della casa editrice («una piccola realtà creata da un gruppo di amici appassionati di storia») ha sottolineato il «significato particolare della pubblicazione», in quanto chiude un ciclo di ricerche iniziato nel 1981 con “L’Esercito Farnesiano dal 1694 al 1731”, cui seguì nel 1984 “Le Reali Truppe Parmensi da Carlo III a Luisa Maria di Borbone 1849-1859”. È del 2012, invece, l’uscita di “L’Esercito del Ducato di Parma e Piacenza - Le truppe di Maria Luigia 1814-1847”.
Il prof. Zannoni - autore di una decina di volumi sulla storia militare dell’Italia settentrionale e sul Ducato di Parma e Piacenza nel più ampio contesto europeo - ha riassunto il contenuto del libro descrivendo le caratteristiche delle truppe dei primi Borbone. «Nell’esercito la vita quotidiana trascorreva “pacifica”. I soldati avevano più che altro finalità di mantenimento dell’ordine pubblico non esistendo allora la Polizia». La guarnigione a Piacenza era a Palazzo Gotico, con 350 uomini, mentre a Parma erano circa un migliaio. «I piacentini avevano una certa attitudine alle arti militari - ha proseguito l’autore - a Parma c’era meno interesse. Necessario dunque ricorrere a mercenari, soldati per mestiere che provenivano soprattutto da Francia e Piemonte». Diverso il ruolo delle milizie, corpo militare solo teoricamente. Avevano il compito di presidiare le porte delle città e per un terzo venivano alimentate dalla popolazione maschile dai 18 ai 40 anni.
I primi tre capitoli sono dedicati rispettivamente agli eserciti di Carlo I (nel 1736 si trasferì a Napoli e diventò Re; Piacenza e Parma furono annesse all’impero austriaco), don Filippo (entrambi figli di Elisabetta Farnese) e don Ferdinando. Con la pace di Acquisgrana del 1748 il Ducato tornò ai Borbone (Filippo) e in quella fase si respirava un’atmosfera molto francese. Atmosfera che cambiò, influenzata dalla Spagna, con Ferdinando e con la fine del ministro Du Tillot.
Il prof. Zannoni ha infine fatto riferimento alle campagne napoleoniche che fecero ritornare il Ducato in orbita francese, Ducato che rimase perché protetto dagli spagnoli. Bonaparte stanziò a Piacenza due giorni, riuscendo a rubare più di 1 milione di lire e tutti i cavalli dei nobili piacentini, animali che risultarono fondamentali per la vittoria francese nella battaglia di Lodi.

12.3.’25

 

L'editore Massimo Galli e l'autore Mario Zannoni

 

Uno scorcio di Sala Panini

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