SALITA AL PORDENONE - MANIFESTAZIONI COLLATERALI
Canzoni, scenette e poesie. Le incursioni dialettali dei Des mat nei nella letteratura italiana fanno il pieno di applausi.
Lamicizia, laffetto e lamore sono stati i temi dominanti dello spettacolo dialettale svoltosi sul sagrato della basilica di S. Maria di Campagna, e organizzato dalla Banca di Piacenza e dalla Famiglia Piasinteina nellambito delle iniziative collaterali alla Salita al Pordenone.
La compagnia teatrale I des mat - nata in seno alla Scuola di dialetto intitolata allindimenticato Luigi Paraboschi, per anni tra i più autorevoli studiosi del nostro vernacolo - ha infatti portato in scena lapprezzato ed applauditissimo spettacolo Vurumas bein, realizzato con la regia di Cesare Ometti.
Introdotto dal Guardiano dei Frati minori, padre Secondo Ballati, e dal razdur della Famiglia Piasinteina, Danilo Anelli - che hanno ringraziato la Banca di Piacenza per limpegno profuso a favore della promozione delle bellezze e dei tesori del territorio, attraverso la Salita al Pordenone ed il ricco calendario di eventi collaterali - lo spettacolo si è sviluppato lungo un copione fatto di poesie, canzoni, monologhi e scenette.
Liriche dialettali cariche di sentimenti, come Cuore trafitto, e divertenti rappresentazioni brevi, come Pansa ad gumma", entrambe di Egidio Carella, ma anche accattivanti riletture in piasintein di intramontabili testi della letteratura italiana, come Tanta gentil e tanta unesta pär, mutuata dalla Vita Nuova di Dante. Stesso discorso per Romeo e Giuditta, con la celebre scena del balcone recitata in dialetto, e anche per testi più moderni come Al pascadur, ripreso dalla famosa canzone di Fabrizio De André.
E sempre in musica, I des mat hanno chiuso collettivamente lo spettacolo con il brano più celebre del repertorio dialettale piacentino: tutti in scena, accompagnati dal suono della fisarmonica, per congedarsi e raccogliere il meritato applauso finale dal pubblico, con Tal dig in piasintein, straordinario ed emozionante brano scritto negli anni Quaranta da Gianni Levoni.