AUTUNNO CULTURALE BANCA DI PIACENZA
«Il campo di prigionia nel castello di Rezzanello
era vissuto dagli ufficiali inglesi quasi come un resort»
Presentato al PalabancaEventi lultimo libro di David Vannucci, impreziosito
dalla riproduzione di un manoscritto ritrovato con i racconti dei prigionieri britannici
Quando guarderemo indietro ai giorni di Rezzanello, ricorderò sempre le nostre partite notturne a Bridge che abbiamo fatto per più di 5 mesi. Ci siamo accusati di non fidarci luno dellaltro! Sandy, aprile 1942. Questo uno dei messaggi contenuti nel manoscritto appartenuto al generale Vaughan, primo Senior British Officer del Campo di prigionia di Rezzanello, riprodotto come allegato al volume di David Vannucci (Memorie di prigionia dal Campo p.g. 17 di Rezzanello, Edizioni Tip.Le.Co) realizzato con il contributo della Banca di Piacenza e presentato al PalabancaEventi di via Mazzini, Sala Panini, dallAutore, introdotto dal condirettore generale dellIstituto di credito Pietro Coppelli. Un appuntamento (il terzo) dellAutunno culturale organizzato come da tradizione dalla Banca.
Il 25 aprile del 1941 allinterno del castello di Rezzanello venne costituito il Campo di prigionia n. 17 riservato a quasi 150 uomini provenienti dallimpero britannico, con 60 militari italiani incaricati della custodia dei prigionieri. «Quellesperienza - ha spiegato il ten. col. Vannucci - si concluse nel settembre del 43 quando, con larrivo delle truppe tedesche di occupazione a seguito dellarmistizio con gli alleati, al castello si trovarono poche suore (ledificio apparteneva alle Orsoline) e una sessantina di prigionieri greci ammalati e disorientati dal caos di quei giorni». Fino ad allora ben tre contingenti di ufficiali britannici e sudafricani avevano conosciuto la prigionia del Campo di Rezzanello, in un clima di sostanziale rispetto da parte dei militari italiani e di stretti rapporti di amicizia e cameratismo nati fra le quattro mura del castello. Un Campo ideale, veniva definito nelle ispezioni della Croce Rossa svizzera e vissuto dagli ufficiali più come un resort che una prigionione, dove oltre che a Bridge si giocava a pallavolo, si ascoltava musica, si organizzavano rappresentazioni teatrali e dove si realizzava anche la rivista illustrata Rezzanello Revue.
«Due anni e mezzo intensi - ha specificato lAutore mostrando anche un video - che modificarono profondamente la vita presente e futura di tutti i prigionieri, ma che costituirono un importante cambiamento anche per la monotona vita della comunità rurale di Rezzanello, una delle più povere della zona. Lintera vallata, infatti, venne quasi per magia fragorosamente animata dal campo di prigionia, che fece percepire la propria presenza con i rumori provocati dalle operazioni che si svolgevano nel castello-prigione; la domenica, poi, i prigionieri cattolici partecipavano alla messa nella chiesa del paese e durante la settimana a piccoli gruppi, scortati dai soldati, facevano passeggiate lungo le strade limitrofe al castello».
Alla ricerca di quante più testimonianze possibile di quellesperienza, il ten. col, Vannucci si è imbattuto nel già citato manoscritto, oggi di proprietà di Andrea Naturani di Carpaneto (presente in sala). «E grazie alla sua disponibilità - ha sottolineato il relatore - e alla sua sensibilità verso la condivisione culturale, valore assai prezioso e altrettanto raro, che è stato possibile riprodurre il prezioso documento, tradotto da Antonella Torre. Il ten. col. Vannucci ha poi ringraziato anche la moglie Alina Ferrari, autrice della copertina, Silvia Giuppi di Tip.Le.Co, che ha curato la grafica del volume e la Banca di Piacenza: «Grazie al suo prezioso contributo - ha detto lAutore - è stata resa possibile sia la pubblicazione del libretto del gen. Vaughan, sia la mia ricerca. Un ringraziamento particolare va al presidente esecutivo Corrado Sforza Fogliani, grande cultore di storia piacentina (autore, come presidente dellIstituto per la storia del Risorgimento-Comitato di Piacenza, dellIntroduzione a quello che ha definito un prezioso libro/documento su un luogo che giunse a contare e a contenere più di 200 militari e che costituisce una pietra miliare della storia piacentina dellultimo conflitto, ndr)».
In ricordo della serata, il dott. Coppelli ha consegnato al ten. Col. Vannucci la Medaglia della Banca. Agli intervenuti è stata fatta consegna di una copia del volume.
10.10.22