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FRANCESCO GHITTONI tra Fattori e Morandi

Mostra, eventi collaterali

Istituto Gazzola in visita alla Mostra

Articolo della Gazzetta di Parma

Il nipote di Bachofen in visita alla Mostra

Presentazione del volume Francesco Ghittoni di Stefano Fugazza

Prevista una nuova mostra dal titolo “I nuovi GHITTONI”

Il logo della mostra Ghittoni: geniale intuizione dell’arch. Ponzini

Alla mostra su Francesco Ghittoni anche dipinti del figlio Opilio

Più di un migliaio di persone in due giorni

Domenica 29 gennaio chiusura mostra e resoconto

FRANCESCO GHITTONI tra Fattori e Morandi

 

 

ISTITUTO GAZZOLA IN VISITA ALLA MOSTRA GHITTONI

Continua l’affluenza di pubblico alla mostra Ghittoni allestita dalla Banca di Piacenza a Palazzo Galli. Vivo interesse, in particolare, per i ritratti dei figli (che costituiscono il logo della mostra) nonché per i ritratti della madre e del padre dell’artista. In mostra è anche ricostruito un confronto con la mostra allestita a Piacenza subito dopo la morte dell’artista nel 1928 così come è pubblicata una panoramica della sua casa di nascita a Rizzolo (San Giorgio), casa nella quale è stata apposta una lapide ricordo.
Dalla foto la visita alla mostra di allievi dell’Istituto Gazzola guidati dal pittore Bruno Grassi, che ha anche raccontato interessanti particolari sulla vita di Francesco Ghittoni.

23.12.’16

 

IL NIPOTE DI BACHOFEN ALLA MOSTRA GHITTONI

Da sinistra: Orliane Dubois, David Dubois-Stevenino, il Presidente del CdA dott. Giuseppe Nenna e Marie-Line Dubois.

Il nipote di Charles Bachofen (com’è noto uno dei più prestigiosi collezionisti ed amici di Ghittoni) ha visitato oggi la Mostra sull’artista piacentino in corso al Palazzo Galli della Banca di Piacenza. E nel corso della visita (salutato il Presidente del CdA della Banca, Nenna) David Dubois-Stevenino ha raccontato interessanti particolari sul suo parente, ministro di culto nei primi anni del secolo scorso.
La famiglia Bachofen è oggi divisa tra la Svizzera e il sud della Francia, dove attualmente vive Dubois-Stevenino. Sono ancora in vita due nipoti di Bachofen: la madrina di Dubois-Stevenino e sua sorella minore.
Il Pastore Charles Bachofen, figlio di Johann Heinrich Bachofen (noto architetto che, negli anni 1850-1860, progettò alcuni edifici religiosi di Ginevra, tra cui il Tempio di Versoix e la Grande Sinagoga, considerato il suo capolavoro), effettuò i suoi studi in Teologia a Ginevra, Tubinga e Montauban.
Consacrato nel 1889, nel 1890 si dedicò alla pubblicazione del suo saggio sulla ecclesiologia di Zwingli e, nello stesso anno, sposò Maria Droin - dopo un lungo fidanzamento - con la quale convisse ad Avanchet, in Svizzera.
Nel 1900, Bachofen si recò a Männedorf, nei pressi di Zurigo, dove incontrò Dorothy Trudel - una donna di grande fede, che dava ricovero nel suo ospizio a malati ed alienati, curandoli e pregando per loro - che ebbe una grande influenza su di lui.
Lo stesso anno, in conseguenza della chiamata della comunità svizzera tedesca di Livorno, venne nominato Pastore nella stessa città, dove si stabilì con la sua famiglia. Il bellissimo paesaggio livornese portò al suo temperamento artistico un grande arricchimento: vi rimase difatti sei anni, coltivando molte amicizie, in particolare con Ghittoni, dal quale acquistò dipinti e disegni.
Proprio Francesco Ghittoni venne ospitato più volte da Bachofen, presso la cui residenza a Sori il pittore piacentino diede luogo ad una cospicua produzione artistica.
I suoi due quadri più significativi - Fervide preci e L’ambulanza – furono, secondo Vittorio Sgarbi, dipinti proprio lì, tra Recco e Camogli.
Nel 1906, Bachofen tornò a Ginevra e ricoprì, per un paio di mesi, il ruolo di vice segretario del Concistoro, prima di essere nominato Pastore a Cartigny, dove esercitò il suo ministero fino al 1931. Sua moglie, Maria, morì nel 1911.
Sempre nel corso del 1931, Charles Bachofen sposò Jeanne Albaret, una catecumena, e si trasferì a Anières-Vésenaz, in una splendida struttura immersa in un vasto parco e rivolta verso il lago di Ginevra.
Charles Bachofen morì nel 1943. Chi l’ha conosciuto parla di lui ricordandone i suoi "occhi azzurri, pieni di dolcezza […]. Occhi azzurri d’artista, che sanno vedere nella vita tutto ciò che porta bellezza... Degli occhi che rivelano una saggezza profonda... Degli occhi azzurri, chiari, quelli del credente... ".
Ultimata la visita, David Dubois-Stevenino si è complimentato per la Mostra che ha definito di grande importanza e, in particolare, avendo parole entusiastiche per la Banca e per l’attenzione che riserva agli artisti della sua terra.

3.1.’17

 

Sala Panini, Sabato 7 gennaio 2017  - ore 17

 

Prevista una nuova mostra dal titolo “I nuovi GHITTONI”

Sono pressoché giornaliere le richieste rivolte all’Ufficio Relazioni esterne della nostra Banca, da parte di collezionisti privati, inerenti la possibilità di esporre dipinti di Francesco Ghittoni in loro possesso alla Mostra dedicata al pittore piacentino.
Purtroppo, lo spazio a disposizione è saturo (sono esposti più di 160 quadri), ma si pensa già ad una edizione con i quadri di Ghittoni non presenti nell’attuale Mostra.
Per la nuova edizione della Banca, Vittorio Sgarbi ha già coniato il titolo: “I nuovi GHITTONI”.

 

Il logo della mostra Ghittoni:
geniale intuizione dell’arch. Ponzini


L’arch. Carlo Ponzini – che da ormai molti anni collabora fattivamente con la Banca di Piacenza – ha ideato e, successivamente, creato il logo utilizzato per la mostra “Francesco Ghittoni tra Fattori e Morandi”.
L’aspetto creativo dell'allestimento di una mostra – ha scritto lo stesso Ponzini - ha diverse sfaccettature, e l'ideazione del logo ne è il punto di partenza. L'idea nasce dall'esigenza di conferire un'identità più moderna che possa catturare l'attenzione del visitatore e guidarlo nel percorso introspettivo dell'artista attraverso le sue opere.
L'identità della mostra è dal canto suo data dall'artista stesso, da ciò che si può percepire osservando le sue opere e leggendo la storia del suo vissuto. Tuttavia questo processo cognitivo non è immediato, richiede la visione delle opere e la lettura dei pannelli e delle didascalie.
Il marchio è frutto dell'intento di rendere immediatamente riconoscibile "l'abito" della mostra, con un aspetto fresco e moderno che possa attirare il visitatore e che possa guidarlo all'interno del percorso espositivo per la fruizione di tutti i contenuti.
La progettazione del marchio – ha scritto ancora l’arch. Ponzini - parte proprio dall'artista e nello specifico dalla sua firma.
La firma è il simbolo grafico che ci rappresenta. La utilizziamo per identificarci in molteplici occasioni e in grafologia esistono addirittura studiosi che possono certificarne l'autenticità.
La G di Ghittoni è un segno particolarmente interessante. Non è una classica G ma presenta un tratto discendente che ricorda una pennellata. Questo segno è stato ruotato e replicato, aggiungendo altri piccoli cerchi, nel tentativo di ricreare un movimento circolatorio perfetto, un simbolo caleidoscopio che ricorda i rosoni delle chiese. Un simbolo armonioso e dinamico.
Il movimento rotatorio richiama il ciclo vitale, o meglio ancora l'Oroborus che simboleggia l'energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, così come l'artista, attraverso le sue opere, vive secolo dopo secolo, tramandato dalle generazioni che faranno tesoro delle sue opere e le conserveranno con cura per mostrarle ai posteri.
Infine, il simbolo rotatorio è stato inserito in un quadrato, anch'esso forma perfetta, per richiamare la cornice, la tela, per l'appunto il quadro. Sebbene molti interpretino il quadrato come area delimitata, confine e chiusura, va invece considerato come un'inquadratura cinematografica che nasconde un "fuori campo". Tutto ciò che è in-quadrato, presuppone un'infinita realtà nascosta, da scoprire, o forse non scopribile. Ma è proprio questo mistero che rende il mondo interessante e divino. Un mistero che avvolge tutto, anche l'artista e che affascina tanto da restare incantati dalle sue opere e chiedersi cosa c'è oltre quelle pennellate.

 

Alla mostra su Francesco Ghittoni anche dipinti del figlio Opilio

Opilio Ghittoni, Ritratto di Ernesto Prati, olio su tela applicata su legno

La mostra su Francesco Ghittoni (giornalmente visitata da 200 persone circa, per il suo grande interesse), espone – evidenziati da una particolare segnatura – anche alcuni quadri del figlio Opilio. Fra questi il ritratto del fondatore di Libertà Ernesto Prati che richiama fortemente un altro ritratto, già appartenuto a Marcello Prati, fratello dell’Ernesto Prati nipote del Fondatore.
Opilio Ghittoni (1890, Pontedell’olio – 1933, Piacenza) studiò all’Istituto Gazzola e fu allievo prima di Stefano Bruzzi, poi del padre. Ottenuta la licenza nel 1911, si dedicò in particolare al ritratto, lavorando, prima della guerra, a Milano, dove eseguì anche copie per il Museo del Castello Sforzesco. Fra i ritratti più riusciti (in gran parte eseguiti da fotografia) – oltre a quello del Fondatore di Libertà – quello grande di suo padre (1928) e quelli dell’ingegner Regalli e di Stefano Bruzzi (1931), conservati presso l’Istituto Gazzola; dell’avv. Emilio Mirra e del dr. Medoro Lupi (Piacenza, Asilo Mirra), dell’ing. Emilio Morandi, del dr. Tellfner, tutti caratterizzati da una pungente resa del vero.

 

 

PIU’ DI UN MIGLIAIO DI PERSONE ALLA MOSTRA GHITTONI IN DUE GIORNI

Non si esclude un’ulteriore proroga dopo quella al 22 gennaio

 

Più di un migliaio di visitatori nei due soli giorni di ieri e di sabato hanno visitato la Mostra di Ghittoni allestita dalla Banca di Piacenza a Palazzo Galli.
Successo vivissimo anche delle sette visite guidate organizzate come eventi collaterali alla mostra, e guidate dalla prof. Valeria Poli, con Laura Bonfanti ed Emanuela Coperchini. Visite guidate che hanno avuto un numero di partecipanti inaspettato, tanto da creare improvvisamente anche non indifferenti problemi organizzativi e logistici.
Alle stesse vanno aggiunte le visite di scolaresche, di associazioni culturali e di categoria.
Sempre maggiori visitatori provenienti dalla provincia e, soprattutto, dalle province di Lodi, Milano e Parma.
La mostra, com’è noto, è stata prorogata a domenica prossima, 22 c.m., ma non si esclude un’ulteriore proroga.
La Banca di Piacenza prega insistentemente di favorire l’organizzazione degli eventi segnalando la propria presenza all’Ufficio Relazioni esterne del popolare istituto di credito di Via Mazzini (relaz.esterne@bancadipiacenza.it, tf 0523-542357) non potendo assicurare l’ammissione agli eventi di chi non abbia preavvertito della presenza. In mostra è possibile acquistare i cataloghi da parte di chiunque, ma a prezzo scontato per i clienti (ai soci della Banca la pubblicazione viene omaggiata).A tutti i visitatori viene consegnato un depliant-guida alla Mostra con anche una presentazione della figura di Francesco Ghittoni.

 

16.1.'17

 

Proroga al 29 gennaio, evento musicale di chiusura alle ore 18,30

Proseguono numerose le visite di singoli alla Mostra su Francesco Ghittoni organizzata dalla Banca di Piacenza a Palazzo Galli.

 

Dopo una prima proroga a questa domenica si è resa necessaria una seconda proroga e sarà quindi possibile visitare la Mostra della Banca sino a domenica della prossima settimana, 29 gennaio.

A celebrare la chiusura della Mostra, la Banca di Piacenza ha anzi organizzato un piccolo evento musicale alle ore 18,30 dell’ultima giornata di apertura della Mostra. Probabilmente non sarà comunque un “addio” a Ghittoni ma semplicemente un “a rivederci” dato che la Banca ha già in programma una nuova Mostra dei Ghittoni che non si sono potuti esporre all’edizione in corso perché resi disponibili solo recentemente. In questo modo la Banca verrà incontro al desiderio di quanti si sono già prenotati e continuano a prenotarsi segnalando, appunto, il possesso di un’opera dell’artista.

Anche gli eventi collaterali hanno avuto un grande successo anche se non è stato possibile visitare tutte le chiese (come quella di Veggiola) che conservano un quadro di Ghittoni.

In proposito la Banca conferma per domenica pomeriggio un tour alla casa natale di Ghittoni a Rizzolo nonché alle chiese di Rizzolo stesso e San Damiano (luoghi tutti visitati ieri da Vittorio Sgarbi).

La Banca informa anche che è ancora possibile ammettere alle visite scuole ed associazioni culturali e di categoria purchè, peraltro, prendano contatto con la Banca (Ufficio Relazioni esterne relaz.esterne@bancadipiacenza.it - tf 0523/542137) che deve avere la possibilità di alternarle, in tempi diversi, entro martedì 24 gennaio.

 

20 gennaio 2017

 

Mostra Francesco Ghittoni tra Fattori e Morandi, chiusura il 29 gennaio 2017

 

Domenica 29 gennaio sarà l’ultimo giorno di apertura della Mostra su Francesco Ghittoni, organizzata dalla Banca di Piacenza, in corso a Palazzo Galli dai primi di dicembre.

Anche nell’ultimo giorno sarà possibile partecipare alla visita guidata delle ore 11, a cura della dott. Laura Bonfanti (prenotazioni relaz.esterne@bancadipiacenza.it tel. 0523-542357).

La Mostra si chiuderà con un intrattenimento musicale con arpa celtica, alle ore 18.30, a cura dell’arpista Raffaella Bianchini.

 

 

EVENTO DI CHIUSURA DELLA MOSTRA

Grande successo di pubblico a Palazzo Galli per la Mostra “Francesco Ghittoni tra Fattori e Morandi” organizzata dalla  Banca di Piacenza, conclusasi domenica 29 gennaio scorso, con un apprezzato concerto strumentale eseguito dall’arpista Raffaella Bianchini.

L’esposizione dedicata al Ghittoni, che ha avuto un’ampia eco anche sulla stampa nazionale,  è stata prorogata due volte.

I numerosissimi visitatori provenienti soprattutto da città e provincia, ma anche dalle province di Lodi, Milano e Parma (oltre 10.000 persone, in poco meno di due mesi), hanno apprezzato l’esposizione, a cura di Vittorio Sgarbi con Valeria Poli, la rappresentatività della stessa (erano presenti in Mostra più di 160 quadri) così come l’allestimento curato dall’arch. Carlo Ponzini.

Richiestissime anche le visite guidate organizzate come eventi collaterali. Visite guidate che hanno avuto un numero di partecipanti inaspettato, tanto da creare improvvisamente anche non indifferenti problemi organizzativi e logistici. Alle stesse vanno aggiunte le oltre cento visite guidate di scolaresche, associazioni culturali e di categoria, curate da Valeria Poli,  Laura Bonfanti, Emanuela Coperchini e Ambra Visconti.

Visto il successo di pubblico e di critica e le numerose richieste che giornalmente arrivano all’Ufficio Relazioni esterne della Banca di Piacenza,  si pensa già ad una edizione con i quadri di Ghittoni che non si sono potuti esporre nella Mostra appena conclusa. Per la nuova edizione, Vittorio Sgarbi ha già coniato il titolo: “I nuovi GHITTONI” e gli interessati si possono segnalare all’Ufficio Relazioni esterne della sede centrale della Banca.

Nell’occasione dell’evento di chiusura sono stati premiati i giovani che hanno collaborato con la Banca per l’organizzazione dell’accesso e gli accreditamenti dei visitatori.

 

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