[ Busseto addio ] [ Sant'Agata ] [ Verdi e
Cortemaggiore ] [ Trevozzo e l'organo di verdi
]
Nel 1849, a trentasei anni,
Verdi torna in Italia e fissa la sua dimora a Busseto. Pare in che in tale scelta abbia un
ruolo fondamentale il desiderio di vivere in campagna di Giuseppina Strepponi, sua
compagna da alcuni anni. Alcuni fatti inducono a riconoscere in Verdi un forte legame con
le sue origini rurali e padane.
Durante il
periodo di lontananza, investe a Busseto una buona parte dei suoi guadagni: al 1844 risale
l'atto d'acquisto di un podere, il Pulgaro, nei pressi della Madonna dei Prati a Roncole
(Pr). E nel 1845 acquista a Busseto il Palazzo Cavalli, mentre nel 1848 a maggio firma un
contratto d'acquisto di terra e di case a Sant'Agata, nel Piacentino, che dal 1851
diventerà la sua dimora definitiva. |

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Cortemaggiore ] [ Trevozzo e l'organo di verdi
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La graduale acquisizione da
parte della famiglia Verdi di beni immobili, aumentata successivamente in concomitanza con
il rallentamento della produzione musicale, giunge a costituire un enorme complesso di
proprietà fondiarie distribuito tra le province di Piacenza, Parma e Cremona. In nessun
altro luogo Verdi investe il suo denaro per l'acquisto di residenze, nonostante i
frequenti spostamenti e i lunghi periodi vissuti a Milano, Parigi e in particolare a
Genova, dove per quarant'anni trascorre i periodi invernali.
Gli unici
acquisti non finalizzati al possedimento agricolo sono quelli per la costruzione della
Casa di riposo per musicisti a Milano e dell'ospedale rurale di Villanova d'Arda (Pc). Nel
1857 il Maestro acquista un'enorme tenuta nei pressi di Sant'Agata, denominata
"Piantadoro" e una proprietà più piccola a Villanova. Verdi controlla
personalmente le proprietà: dalla costruzione della villa a Sant'Agata, la creazione del
giardino, |
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sino alla programmazione
delle coltivazioni, per il cui miglioramento Verdi interviene nel 1866 con un progetto
relativo alla distribuzione meccanica delle acque irrigue da estrarre direttamente
dall'Ongina. La pompa della macchina per l'irrigazione è realizzata a Piacenza da Ettore
Fioruzzi (Fonderia Ghisa) |
Nel 1870, acquista due
poderi, uno nel Piacentino a Bersano ("La Pavesa") e uno nel Cremonese a Gerre
del Sole. Nel 1875 e nel 1876 Verdi definisce l'acquisto di altri poderi nel territorio
piacentino: a Sant'Agata, a San Martino in Olza, a Besenzone e a Fiorenzuola d'Arda. Nel
1877 il Tribunale di Piacenza si pronuncia a favore del maestro in una causa riguardante
le acque del canale di Castellazzo dove Verdi aveva acquistato un mulino nel 1875.
L'avvocato del Maestro è Gaetano Grandi di Piacenza, avo dell'avvocato Filippo Grandi.
Nel 1883 acquista nuovi poderi da Giuseppe Scarabelli di Piacenza e da Giuseppe Airone e
Moire Vigevani di Cortemaggiore.
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Essere
cresciuto in un contesto rurale determina in Verdi quella naturale propensione
all'essenzialità che pervade ogni aspetto della sua vita: dalla gestione pubblica della
propria immagine, al modo di trascorrere la giornata, allo stile epistolare. La figura di
Verdi come proprietario terriero e agricoltore non è per nulla in antitesi con quella del
compositore di fama mondiale. |
Compaiono spesso nella
posta dei corrispondenti conservata a Sant'Agata operazioni aritmetiche, annotazioni di
spesa riguardanti i possedimenti; a margine di una pagina del libretto del Trovatore,
autografo di Cammarano, si trova in bella evidenza un appunto per l'acquisto di un certo
numero di buoi. |

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A determinare
la scelta della vita ritirata, oltre alla riservatezza del carattere tipicamente
piacentina, sono la passione per l'agricoltura e la certezza che Sant'Agata non sarebbe
diventato un luogo isolato dal mondo, ma un punto da cui osservarlo meglio. Da Sant'Agata,
Verdi mantiene rapporti con amici in ogni parte d'Italia. La villa è raccolta, immersa
nel parco disegnato e voluto dal musicista e completato da un laghetto e dai filari di
alberi. Verdi conduce una vita nel rigore di una semplicità d'altri tempi. |
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Si definisce
<<poeta contadino>> e dice di sé, nel 1897: <<Tutte le mie opere,
tranne le prime, le ho scritte a Sant'Agata, non derogando mai dalle mie abitudini
solitarie e contadine. Dove son solito vivere, nulla mi può distrarre. Mi ritempravo
uscendo solo per le mie terre ed occupandomi col massimo piacere di agricoltura>>. A
Sant'Agata Verdi lavora con tenacia contadina e compone le musiche immortali di Rigoletto
(1851), Il trovatore (1853), La Traviata (1854), I Vespri siciliani (1855), Simon
Boccanegra (1857), Un ballo in maschera (1859), La forza del destino (1862), Don Carlos
(1867), Aida (1871), Otello (1887) e Falstaff (1893). E in tutto questo non è possibile
escludere un temperamento tipicamente piacentino probabilmente trasmesso dal cosiddetto
"carico ereditario". |
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