I genitori piacentini e
la casa natale - I rapporti con il padre - Verdi
e Margherita - Verdi e Giuseppina - Le
amicizie piacentine
E' grazie agli studi di
Mary Jane Phillips Matz che oggi è possibile dire che Verdi è piacentino a tutti gli
effetti. Il suo volume "Verdi il grande gentleman del Piacentino" ha
aperto nuove strade che confermano, attraverso la ricostruzione delle ascendenze materne e
paterne, la piacentinità di Verdi. Negli archivi parrocchiali il primo battesimo di un
Verdi a Sant'Agata lo si ha nel 1596, altri battesimi e matrimoni di famiglia Verdi
risalgono al 1598 e al 1696. Nel 1630 a Bersano (Pc) Pietro Verdi sposa Maria Caterina
Balestrieri. |

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Nel 1640 viene tenuta a
battesimo a Sant'Agata (Pc) Francesca, figlia di Domenico Verdi e di Margherita. Domenico
è l'avo di Giuseppe Verdi. Nel 1657 Vincenzo, il figlio di Domenico, viene battezzato a
Sant'Agata. Vincenzo è trisavolo di Giuseppe Verdi. A Sant'Agata nel 1693 abitano
Vincenzo Verdi, di 35 anni, e i suoi figli Cristoforo (14 anni), Domenico (10 anni) e
Vincenzo (6 mesi). Nel 1688 gli avi Bianchi, Facerzani, Boselli, Bordoni, Filiberti e
Mainardi risiedono a Villanova (Pc), quasi tutti nel centro del paese. Intorno al 1700
Cristoforo Verdi affitta a Sant'Agata alcuni terreni dal marchese Pallavicino; nasce a
Sant'Agata nel 1718 Marcantonio Verdi, bisnonno del Maestro. Pietro Giovanni Bianchi,
bisnonno di Verdi nasce nel 1721 a Villanova dove nascono anche Anna Maria Lombardi e
Maria Maddalena Bordoni rispettivamente nel 1722 e nel 1724. |
Dagli archivi parrocchiali
risulta che Cristoforo Verdi, nel 1731, a cinquantadue anni, risiede a Sant'Agata con la
propria famiglia, compreso il bisnonno del Maestro Marcantonio Verdi. Nel 1742 Pietro
Giovanni Bianchi e Anna Maria Lombardi (i bisnonni paterni di Verdi) si sposano a
Villanova. Nel 1744 nasce a Sant'Agata Giuseppe Antonio Verdi, nonno del Maestro. Nel 1749
nasce a Villanova Francesca Bianchi, nonna del Maestro. Dal loro matrimonio nasce Carlo
Verdi, padre di Giuseppe. Nel 1791 Giuseppe Antonio Verdi, si trasferisce a Roncole e
gestisce, insieme alla famiglia, un'osteria. Quando Giuseppe Antonio muore nel 1798 lascia
in eredità ai propri figli diversi immobili situati a Sant'Agata. Nel 1805 Carlo Verdi
sposa Luigia Uttini, piacentina di Saliceto di Cadeo, i cui avi hanno abitato prima a
Chiavenna Landi (Pc) e poi, durante i secoli XVII e XVIII, a Cortemaggiore (Pc). Il
matrimonio avviene a Busseto. Carlo rinnova il contratto d'affitto e gestisce l'osteria
già condotta dal padre.
Nel 1813
nasce Giuseppe Verdi. Contrariamente a quanto sostenuto in molte biografie, i genitori di
Verdi non sono di condizione economica indigente. Il padre, Carlo Verdi non è analfabeta,
firma il certificato di nascita di suo figlio e nel 1825 viene eletto tesoriere della
Fabbrica della Chiesa di San Michele a Roncole, carica che lascerà volontariamente solo
nel 1840. I genitori e i nonni di Verdi, dediti al commercio, vantano una posizione
economica ben differente da quella dei contadini di allora. I Verdi e gli Uttini sono
inoltre piccoli proprietari di immobili e hanno numerosi contatti commerciali. |
E anche sul luogo di
nascita e in particolare sull'osteria sorgono dubbi. Stando ai recenti studi compiuti
dalla Phillips Matz tra archivi, biblioteche e mappe catastali, l'osteria non sarebbe il
luogo di nascita di Verdi.
Secondo quanto sostenuto dalla studiosa americana, Giuseppe Verdi è nato nella
casa padronale di Roncole alla Madonna dei Prati (Pr), di proprietà della Curia vescovile
di Borgo San Donnino (Fidenza) che il padre avrebbe dovuto lasciare nel 1830 per morosità
nei confronti del Vescovo. Questa tesi viene avvalorata dall'archivista della Curia
vescovile di Fidenza Don Amos Aimi. In seguito allo sfratto la famiglia Verdi si
trasferisce nella locanda di Roncole, che oggi viene considerata a tutti gli effetti la
casa natale del Maestro. |
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La riservatezza di Verdi
è quasi proverbiale: per il modo e la cura con cui si sottrae alla curiosità dei
contemporanei, siano essi giornalisti, amici o semplici conoscenti; tale aspetto viene
accentuato dalla consapevolezza di essere un uomo pubblico, le cui parole, gesti e
spostamenti assai frequenti, non sfuggono all'attenzione dei cronisti. Da tutto ciò
deriva una comprensibile difficoltà a capire la sfera personale degli affetti. La
difficoltà nei rapporti con il padre e la presenza mecenatesca di Antonio Barezzi
lasciano nell'ombra i genitori di Giuseppe Verdi. Il padre, Carlo, sostiene il compositore
nei primi anni di carriera, ma dopo i successi e la notorietà del figlio, pretende di
amministrarne il cospicuo capitale. Questo porta a una brusca rottura dei rapporti. Nel
1851 lo strappo è definitivo: il padre accumula debiti con troppa frequenza facendosi
forte dei guadagni del figlio. Verdi si rivolge a un notaio di fiducia, garantisce un
sostanzioso vitalizio a patto che i genitori lascino la casa colonica di Sant'Agata dove
egli si trasferisce insieme a Giuseppina Strepponi. Carlo e Luigia Verdi lasciano
Sant'Agata per Vidalenzo, dove Luigia Uttini, figura confinata al ruolo domestico e quasi
sconosciuta, muore il 28 giugno dello stesso anno. |
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A dieci anni Verdi si
trasferisce da Roncole a Busseto per completare la sua istruzione. E' questo il primo
passo di un cammino costantemente teso a uscire dai confini della provincia. A tale
risoluzione contribuisce l'incoraggiamento di Antonio Barezzi, droghiere liquorista e
grossista, futuro benefattore e suocero di Verdi. Barezzi incontra e ha modo di apprezzare
le doti del giovanissimo Verdi quando abita nell'osteria di Roncole. Nel 1831, Verdi è a
pensione presso la famiglia Barezzi a Busseto dove impartisce lezioni di pianoforte e di
canto a Margherita, la maggiore delle quattro figlie del suo ospite e benefattore. Tra il
compositore e l'allieva nasce un legame sentimentale che, non ostacolato dalla famiglia di
lei, viene ufficializzato con il matrimonio nel maggio del 1836. I due, durante il periodo
di fidanzamento, sono spesso costretti a stare lontani, poiché Verdi approfondisce gli
studi musicali a Milano. In concomitanza con i primi successi milanesi la coppia viene
colpita da due gravi lutti a breve distanza l'uno dall'altro: prima dell'andata in scena
di Oberto muoiono prematuramente entrambi i figli Virginia (nata nel marzo del 1837 e
morta nell'agosto del 1838) e Icilio (nato nel giungo del '38, morto nell'ottobre del
'39). Nel giugno del 1840 anche Margherita muore a seguito di una breve malattia. |
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E' durante le prove del
Nabucco che Verdi ha il primo contatto con il soprano Giuseppina Strepponi, futura
compagna e seconda moglie. E' la prima personalità affermata nel mondo musicale a
comprendere fino in fondo le doti del compositore. Al giovane Verdi dà preziosi consigli
sui rapporti di lavoro, ma il tempo del loro legame affettivo ha da venire. Dopo il
successo del Nabucco la carriera della Strepponi volge rapidamente al termine per il
logoramento fisico dovuto al lavoro eccessivo.
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Nel 1846 abbandona le
scene e si trasferisce a Parigi dove insegna canto. Alla fine di luglio del 1847, dopo il
successo dei Masnadieri, Verdi sosta a Parigi. Pensa di fermarsi per un breve soggiorno
invece vi rimane quasi ininterrottamente per due anni. Frequenta la Strepponi e nel
gennaio del 1848 la fa conoscere al suocero Antonio Barezzi, giunto a Parigi su espresso
invito di Verdi. Il legame tra i due si consolida. Nell'estate del 1849 decidono di
tornare in Italia e si trasferiscono a Busseto, a Palazzo Cavalli. Antonio Barezzi verso i
due ha un atteggiamento di benevolenza e di affetto, ma la curiosità e il pettegolezzo
dei compaesani rendono insopportabile la vita delle due celebri personalità. |
Dal 1851 la coppia si
trasferisce a Sant'Agata, nel Piacentino. Giuseppina Strepponi diventa moglie del
compositore nel 1859. Dalla loro unione non nascono figli, ma i due si prendono cura,
adottandola, di Filomena, una bambina, parente del compositore. Filomena Maria nel 1878
sposerà Alberto Carrara, figlio di un facoltoso notaio di Busseto che cura gli interessi
del Maestro. |