OVALI DEL LANDI IN SANTA MARIA DI CAMPAGNA

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OVALI DEL LANDI IN SANTA MARIA DI CAMPAGNA

 

Anche Gaspare Landi nel percorso del Pordenone. Entrando, varcato l’ingresso della biglietteria (a lato del convento moderno) dopo la sala multimediale si arriva alla Salita e, quando si scende, si passa dalla sacrestia per vedere le due Cappelle affrescate dal Pordenone ed il Sant’Agostino, prima di uscire dalla basilica e prima di arrivare al bookshop. Ma non bisogna dimenticare che, tra i tanti tesori artistici che impreziosiscono la basilica, si annoverano anche sei dipinti giovanili del noto pittore piacentino (Piacenza, 1756-1830), attualmente conservati proprio nella sacrestia.
Le opere, tutte di forma ovale, raffigurano alcuni santi francescani a mezzobusto, realizzati di profilo o di trequarti.
L’artista li dipinse a soli diciassette anni, prima ancora, quindi, di formarsi alla scuola d’arte romana sotto la guida di Pompeo Batoni e prima ancora di entrare a far parte della prestigiosa Accademia di S. Luca. Durante gli anni giovanili, infatti, il Landi trascorse un breve periodo in carcere (che allora era situato in una arcata del Gotico, quella ora destinata al sacrario dei caduti) a seguito di una rissa per motivi galanti e al termine della detenzione, non disponendo di grandi mezzi, venne accolto ed ospitato dalla comunità francescana. Per sdebitarsi nei confronti dei monaci, il Landi decise di realizzare i sei ovali per i quali prese spunto dagli affreschi del Pordenone.
In seguito, grazie al mecenatismo del marchese Giovanni Battista Landi (della stessa famiglia ma di un altro ramo) divenne uno dei più noti ed apprezzati artisti neoclassici. Non a caso venne paragonato al grande scultore Canova proprio per la ricerca della perfezione e della bellezza, al punto che da quest’ultimo fu persino segnalato a Napoleone come il più grande pittore esistente.
I sei quadri, sono stati esposti al pubblico in occasione della grande mostra organizzata dalla Banca di Piacenza per la riapertura, dopo anni di restauri, di Palazzo Galli; mostra curata dal prof. Vittorio Sgarbi e dal prof. Ferdinando Arisi ed ammirata da oltre 30.000 visitatori.
Gli ovali del Landi riemergono, quindi, in questo grande evento di riscoperta di una basilica che si conferma vero crocevia - oltre che di fedeli e di pellegrini - anche di artisti.