Banca di Piacenza per la cultura
Gli affreschi di Giovanni Antonio de’ Sacchis (1484-1539), detto il Portdenone, della cupola della Basilica di Santa Maria di Campagna visti da vicino, come mai prima. Un evento (dal 4 marzo al 15 luglio 2018) che ha fatto riscoprire il “Camminamento degli artisti”, percorso che - come spesso amava ricordare il compianto Ferdinando Arisi - veniva utilizzato dagli studenti dell’Istituto d’arte piacentino Gazzola per vedere gli affreschi del Pordenone “in quota” e studiare in quel modo anche la prospettiva (alcuni vi scrissero anche il loro cognome, con graffiti tuttora visibili). Nella cupola è percorribile una galleria circolare aperta sull’esterno della città, il cui panorama è così leggibile a 360 gradi.
La Salita - restaurata dalla Banca di Piacenza secondo le indicazioni della Sovrintendenza - è stata dotata di un assito-piazzola (il camminamento è unico e va quindi utilizzato sia per la salita che per la discesa) dove i visitatori hanno potuto sostare ricevendo informazioni, oltre che da pannelli illustrati, da guide reclutate tra studenti e neo laureati.
La Salita al Pordenone è stata un’iniziativa culturale che ha avuto come principale obiettivo la valorizzazione della Basilica di Santa Maria di Campagna come “crocevia di artisti”. Oltre ai lavori del Pordenone, infatti, sono presenti - nella chiesa voluta da papa Clemente VII - opere del Guercino (tela, in parete destra della navata, raffigurante l’apparizione dell’Angelo alla moglie di Manue, 1636 circa), di Ignazio Stern (Annunciazione, 1734), di Antonio Campi (affresco di Santa Elisabetta realizzato nel 1572 per la Visitazione), di Bernardino Gatti detto il Sojaro (affreschi del tamburo e dei pennacchi).
La Salita al Pordenone ha riscosso un grande successo con un crescendo di visitatori che ha superato i 150mila. Frequentatissimi anche gli eventi collaterali, che hanno raggiunto un numero eccezionale, mai fatto riscontrare da alcuna altra manifestazione: tali eventi sono stati infatti 108.
Salita al Pordenone
Aperta ogni sabato e domenica orari di salita 16:00 e ore 17:00
Prenotazione consigliata
Aperture straordinarie su richiesta per gruppi organizzati di almeno di 10 persone e scolaresche.
Per informazioni sul biglietto cumulativo: www.mirabiliprospettive.it
Contatti
salitapordenone@gmail.com
+39 349 516 9093
- intero: 10 euro
- ridotto: 8 euro
- scuole: 5 euro
- cumulativo 2 cupole adulti: 15 euro
- cumulativo 2 cupole famiglia 2+1: 35 euro
- cumulativo 2 cupole scuole: 8 euro
Aventi diritto alla Riduzione (in corso di aggiornamento)
- Dai 6 ai 26 anni
- maggiori di 65 anni
- gruppi min. 15 persone
- pellegrini muniti di credenziale
- disabili (controllare le limitazioni esistenti sul percorso)
- Soci FAI
- soci ICOM
Aventi diritto alla Riduzione del 50% sul biglietto intero
Soci Banca di Piacenza (presentando in biglietteria la Tessera Socio)
Aventi diritto alla gratuità
Insegnanti nel ruolo di accompagnatori di una classe (max 2 per gruppo + eventuale insegnante di sostegno)
Guide turistiche munite di tesserino di riconoscimento
Giornalisti accreditati su salitapordenone@gmail.com (previa indicazione di testata e data della visita)
Il percorso di salita alla cupola del Pordenone prevede necessariamente l’accompagnamento da parte di personale esperto.
L’esperienza dura circa 45, minuti con partenza ad ogni ora piena d’orologio negli orari di apertura fino ad un massimo di partecipanti per turno.
L’acquisto del biglietto può avvenire sia separatamente sia in modalità cumulativa con la salita alla cupola del Guercino, presso la Cattedrale di Piacenza.
La visita avviene all’interno dell’edificio sacro: è necessario mantenere un tono di voce ed un comportamento adeguato al luogo di culto.
Alcuni passaggi possono presentare difficoltà di percorrenza.
I visitatori devono attenersi alle indicazioni degli accompagnatori e restare loro vicino, non allontanandosi dal percorso.
Il percorso di visita alla cupola è riservato esclusivamente ai maggiori di anni 6. Bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 18 anni devono essere accompagnati da un adulto.
Il percorso di salita alla cupola richiede uno sforzo fisico e include alcuni spazi stretti e poco illuminati. Per tali ragioni la salita non è consentita a persone con difficoltà di deambulazione, problemi cardiaci, a coloro che soffrono di vertigini e claustrofobia e a persone ipovedenti.
La salita avviene esclusivamente tramite scale. Si avvisa che nel percorso di salita ci sono brevi passaggi di 150 cm max di altezza.
I gradini di salita sono caratterizzati da pedata molto corta. Non è possibile salire indossando scarpe con tacchi: il percorso richiede l’uso di calzature comode.
È consentito l’uso di apparecchi per riprese fotografiche e video, senza uso di flash o cavalletti, con il divieto di sporgere tali apparecchi (compresi smartphone e tablet) oltre la rete di protezione della cupola.
Non è consentita la salita con zaini. È sconsigliato portare con sé borse anche di modeste dimensioni a causa di alcuni tratti del percorso particolarmente stretti (sono presenti appositi armadietti con chiave ad uso gratuito, posizionati ai piedi della scala).
Non è consentito fumare e mangiare lungo il percorso, sporgersi, lanciare oggetti, toccare interruttori o altri elementi degli impianti.
La cappella di S. Maria in Campagnola
La prima notizia documentaria è dell'anno 1030. In quella occasione viene testimoniata la devozione per l’olio del pozzo dei SS. Martiri ricordato dalla lapide (hic ferunt condi martires). Il riconoscimento della forza di attrazione del santuario è sicuramente il Concilio, tenutosi nella primavera del 1095, durante il quale papa Urbano II richiama la Cristianità sulla necessità di intervento in Terra Santa (prima di bandire ufficialmente la I Crociata a Clermont Ferrand).
Santa Maria di Campagna.
La ricostruzione di Alessio Tramello.
Si deve alle ricerche documentarie, pubblicate da padre Andrea Corna nel 1908, la scoperta delle convenzioni per l’edificazione della chiesa, stipulate il 3 aprile 1522, tra la Compagnia dei Fabbricieri e “mastro Alesio Tramello architecto de Piasenza”. La chiesa, tradizionalmente attribuita a Bramante, è conclusa nel 1528.
Testo: Valeria Poli
Gli affreschi pordenoniani della cupola della Basilica di Santa Maria di Campagna (Piacenza) visti da vicino, come mai prima. Un evento (dal 4 marzo al 10 giugno 2018) che riscopre il “Camminamento degli artisti”, percorso che - come spesso amava ricordare il compianto Ferdinando Arisi - veniva utilizzato dagli studenti dell’Istituto d’arte piacentino Gazzola per vedere gli affreschi del Pordenone non dal basso verso l’alto e studiare in quel modo anche la prospettiva (alcuni vi scrissero anche il loro cognome, con graffiti tuttora visibili). Nella cupola è percorribile una galleria circolare aperta sull’esterno della città, il cui panorama è così leggibile a 360 gradi.
La Salita - restaurata dalla Banca di Piacenza secondo le indicazioni della Sovrintendenza - è stata dotata di un assito-piazzola (il camminamento è unico e va quindi utilizzato sia per la salita che per la discesa) dove i visitatori potranno sostare ricevendo informazioni, oltre che da appositi cartelloni informativi, dalle guide reclutate tra studenti e neo laureati. Notizie sul Pordenone ma anche sulla storia della Basilica.
Testo: Valeria Poli
Il Pordenone affresca, tra il 1530 e il 1535, la cupola principale della Basilica di Santa Maria di Campagna. Il programma iconografico prende l’avvio da Dio Padre nel lanternino centrale che in volo sta scendendo dal cielo; nella cupola, le vele sono occupate da profeti e sibille e da altre figure dell’Antico Testamento. Negli ovali delle lesene, ecco una serie di rimandi alle scene bibliche ordinate in sequenza, a partire dalla Creazione del mondo.
Nel fregio, si alternano episodi che hanno per protagonisti Dèi pagani ed episodi della tradizione classica. Nei medaglioni a monocromo del fregio, sono raffigurati passi dei dictorum et factorum memorabilium libri di Valerio Massimo e delle decadi di Tito Livio. Il ciclo prosegue ad opera di Bernardino Gatti detto il Sojaro, dal 1543, con gli Apostoli nelle lesene, con le storie della Vergine nel tamburo e i quattro evangelisti nei pennacchi.
Testo: Valeria Poli
Commissionata da Caterina Scotti e dal marito cav. Francesco Paveri Fontana, tra i rettori della chiesa nel 1531, la cappella è dedicata a Santa Caterina d’Alessandria. Nel tamburo si alternano santi e sante. Nelle lunette Pordenone raffigura due episodi della vita della santa (Martirio della ruota dentata e la Decollazione di S. Caterina).
Sulla parete affresca la Disputa di S. Caterina; mentre la pala d’altare, olio su tavola, rappresenta lo Sposalizio Mistico di S. Caterina. Secondo la tradizione, riportata da Carlo Carasi (1781), il volto di S. Paolo sarebbe l’autoritratto del pittore e il volto della Vergine potrebbe essere la moglie, identificata da Rafaele Garilli (1861) con la nobildonna piacentina dal Pozzo. Il presunto ritratto dell’architetto Alessio Tramello, con il basco a sinistra, è invece inserito nella Disputa.
Testo: Valeria Poli
La cappella viene commissionata da Pietro Antonio Rollieri, uno dei primi rettori del 1521. Il programma iconografico mariano prende l’avvio nel lanternino, dove è raffigurata l’Assunta. Il programma decorativo degli affreschi sulle pareti è incentrato su episodi dell’infanzia di Cristo secondo il racconto evangelico (L’Adorazione dei Magi e le due lunette raffiguranti l’Adorazione dei Pastori e la Fuga in Egitto), cui si aggiunge, con l’indubbio intento di celebrare la gloria di Maria che ascende al cielo nella lanterna, la Natività della Vergine da una fonte apocrifa.
Testo: Valeria Poli
L’affresco raffigurante S. Agostino (parete di sinistra entrando in Basilica) sarebbe da considerarsi - secondo Carlo Ridolfi (1648) e Carlo Carasi (1781) - una sorta di banco di prova; infatti, “essendo piaciuta questa pittura”, i Fabbricieri “vollero ch’egli seguisse a dipingere le due seguenti Cappelle e la tribuna maggiore”. Secondo Juergen Schultz (1967), seguito poi da Caterina Furlan (1988), sarebbe invece stato realizzato tra il 1532 e il 1535. Nel 1913 l’affresco viene strappato dal muro e trasferito, nel 1952, su un supporto di vetroresina.
Testo: Valeria Poli
Come arrivare
Santa Maria di Campagna Via Campagna, Piacenza